
La domenica del villaggio / Bergamo Città
Lunedì 22 Settembre 2025
E adesso su la testa: dalla notte parigina
all’alba torinese
IL COMMENTO. «E adesso?». È l’enigmatico interrogativo con il quale si chiude «Giù la testa», uno dei tanti capolavori del cinema western firmati da Sergio Leone. E l’angoscia nella voce del co-protagonista Juan Miranda (interpretato da Rod Steiger), che resta sospesa nel vuoto, è la stessa con la quale un po’ tutti noi ci siamo posti la stessa domanda, mercoledì sera, dopo la disfatta dell’Atalanta a Parigi.
Già, e adesso? Ce lo siamo chiesti per tutta la seconda parte della settimana, andando verso la sfida con il Torino. Né hanno contribuito a rasserenare il clima gli infortuni di Scalvini e De Ketelaere, che hanno appesantito il già greve fardello di Champions, aggiungendosi a quelli di Kolasinac, Scamacca, Ederson. E se da un lato è arrivata la schiarita del ritorno di Lookman, i nuovi guai che hanno fermato prima Zalewski e poi Hien nei primi 27’ del match di ieri sembravano aver nuovamente accelerato il vortice di negatività che aveva spazzato via l’Atalanta (unitamente alla forza degli avversari) al Parco dei Principi.
E in una squadra che ha un’anima, una squadra che gioca da squadra, succede anche che il 17enne Ahanor, gettato a freddo nella mischia, sfoderi una prestazione autorevole
Invece, nel giro di pochi minuti, la notte di Parigi ha lasciato spazio a un’alba che ha illuminato (dopo tre assist) l’istinto da bomber di Krstovic, il genio di Samardzic, la rapidità di Kamaldeen, il nuovo Lookman finora incompiuto che ha rotto il ghiaccio nel giorno del rientro del vero Lookman. Un’alba che ha illuminato l’Atalanta finalmente tornata padrona della sua anima, la grande assente – più ancora dei tanti, veri assenti – nell’infausto mercoledì parigino. E in una squadra che ha un’anima, una squadra che gioca da squadra, succede anche che il 17enne Ahanor, gettato a freddo nella mischia, sfoderi una prestazione autorevole. Adesso sarebbe troppo facile chiedersi dove fossero mercoledì (almeno all’inizio) Krstovic, Samardzic, lo stesso Zappacosta rilanciato ieri dopo un avvio di stagione in naftalina. Ciò che conta è aver rivisto la vera Atalanta, alle prese con una squadra di pari ambizioni (se non di pari valore) come il Toro, dopo l’ingiocabile Psg.
Sì, ma adesso? Adesso possiamo chiudere il cerchio, e risponderci ribaltando l’avvertimento del maestro Sergio Leone: su la testa. Guardiamo avanti, verso un futuro rischiarato dall’alba torinese sorta dopo la buia notte parigina.
© RIPRODUZIONE RISERVATA