La partita della vita e il tifo che unisce oltre rivalità e veleni

L’ANALISI. Quella con la Fiorentina è probabilmente (insieme con quella con la Lazio) la rivalità più accesa sviluppata dall’Atalanta nella sua storia recente.

Succede, quando ti trovi a lottare per gli stessi obiettivi per un po’ di anni di fila, e magari qualche partita finisce per lasciare qualche veleno di troppo. Eppure ci sono situazioni di fronte alle quali, e viene da dire per fortuna, il calcio riesce ancora a fermarsi. E riflettere. Oltre le rivalità, oltre gli interessi, oltre un calendario che da qui a fine stagione sarà intasato da far paura sia per i nerazzurri, sia per i viola. Ma di fronte a un dramma come quello di Joe Barone, il direttore generale della Fiorentina colpito da un malore poche ore prima della sfida in programma ieri al Gewiss Stadium, e ora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale San Raffaele di Milano, fermarsi era non solo giusto, ma doveroso. Perché di fronte allo choc per questo dirigente italo-statunitense che sta lottando per la vita, ieri sono riemerse di prepotenza dal passato le ore terribili di altre due tragedie rimaste nel cuore e nella testa di tutti: quella del dottor Valter Polini, medico sociale dell’Atalanta morto improvvisamente in albergo a Torino in un ritiro prepartita del dicembre 2002; e quella di Davide Astori che, in circostanze analoghe, nel marzo 2018 a Udine unì, per un cinico caso del destino, proprio Bergamo e Firenze. Come le ha unite la figura di Emiliano Mondonico, eroe dei due mondi (nerazzurro e viola) ricordato ieri con uno striscione pochi giorni dopo quello che sarebbe stato il suo 77° compleanno.

Certo, poi guardi la classifica e vedi che nella corsa Champions il Bologna è volato a +7, la Roma a +4 e il Napoli si è avvicinato a -2. Ma questa Atalanta ha dimostrato di avere le spalle larghe, e con la Fiorentina, se non altro, quanto a calendario sarà partita pari. Si recupererà quando le circostanze lo consentiranno. Ora la partita più importante è quella che Joe Barone sta giocando per la vita. Con il tifo di tutti, compresi i bergamaschi che negli ultimi anni sono diventati i rivali più accesi della sua Fiorentina. Oltre le barriere, oltre i veleni. La vera grandezza del calcio, in fondo, è fatta anche di queste cose.

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