Occhio agli scherzi: col Verona ci vuole
lo spirito di Anfield

L’ANALISI. Perde punti il Bologna, impegnato su un solo fronte. Perde punti il Milan, impegnato su due fronti.

Li stava perdendo la Roma, pure lei impegnata su due fronti, anche se qui la vera notizia è il sospiro di sollievo per le condizioni di Evan Ndicka, il 24enne centrale giallorosso che a 18’ dalla fine della sfida con l’Udinese ha risvegliato il ricordo della tragedia di Piermario Morosini, a 12 anni esatti di distanza.

Ha perso punti persino l’Inter, che si è fatta imporre il pareggio a San Siro dal Cagliari. Sì, quello che domenica scorsa ha fatto lo sgambetto all’Atalanta dando la stura a ogni sorta di previsione nefasta sul finale di stagione dei nerazzurri, che quattro giorni dopo sono andati a dare una lezione di calcio a casa sua al Liverpool. Il quale ieri, giusto per completare il quadro, si è giocato anche una bella fetta di Premier facendosi battere 1-0 ad Anfield anche dal modesto Crystal Palace (14°) e dando strada al solito Manchester City di Pep Guardiola. Il nuovo tracollo dei Reds, che giovedì al Gewiss Stadium arriveranno con il dente avvelenato già per la figuraccia dell’andata, potrebbe non essere una buonissima notizia per l’Atalanta. Ma che la partita non sia ancora chiusa era già un dato di fatto.

Tutto per dire che a questo punto della stagione, quando il serbatoio della riserva delle energie segna rosso per tutti, può davvero succedere qualsiasi cosa. Soprattutto quando affronti squadre che hanno impostato tutto il lavoro della stagione per giocarsi la salvezza in queste ultime decisive settimane. Come il Verona, che arriva stasera a Bergamo e andrà affrontato con la dovuta pazienza, ma anche con lo spirito di Liverpool piuttosto che con quello di Cagliari. Perché poi questo è il momento di giocarsi tutto, a costo di rischiare di restare a mani vuote. Che se poi dovesse succedere, è il caso di ribadirlo, resterà comunque per sempre quell’applauso convinto di Anfield dopo che una delle squadre più titolate del mondo aveva sportivamente abbandonato il proprio campo a testa bassa, lasciando i nerazzurri in festa padroni della scena. Beh, se tutto ciò non vale un trofeo poco ci manca.

Perché quando hai ricevuto una standing ovation al Metropolitan di New York, puoi anche fartene una ragione se poi non riesci a portare a casa il Festival di Sanremo.

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