Un grande solista per impreziosire la settima sinfonia

L’ATALANTA. Nella sera in cui l’Inter allunga le mani sul campionato , anche la corsa per l’ultimo posto Champions esprime un orientamento definito. E lasciamo stare la scaramanzia: sarebbe fare un torto a questa Atalanta, che ha messo sotto la Lazio dandole una lezione di ritmo e di gioco.

In un colpo solo i nerazzurri hanno allontanato il fantasma dell’allergia alle sfide con le big (sono passati meno di due mesi, sembra una vita...) e confermato quanto sia pericoloso per ogni avversario avventurarsi dalle parti del Gewiss Stadium. Alla fine del girone di andata, si guardava al trittico casalingo Frosinone-Udinese-Lazio come a un punto di svolta. La risposta è stata la più convincente che ci si potesse aspettare: tre successi netti nel gioco e nel risultato, che sommati a quelli di fine andata con Milan, Salernitana e Lecce e a quello in Coppa Italia con il Sassuolo, fanno sette. Sette sinfonie dell’orchestra diretta da Gasperini che ora ha trovato anche un grande solista, una ragazzo belga arrivato a Bergamo come brutto anatroccolo e diventato cigno come nella più classica delle favole.

Nella classificazione delle sinfonie di Beethoven, la settima fu definita da Wagner l’Apoteosi della danza. E come definire diversamente quel dribbling ubriacante con il quale De Ketelaere ha stordito Pellegrini prima di infilare Provedel suggellando la settima sinfonia nerazzurra? Anche la classifica è musica: Bologna rispedito a -3, Napoli a -4, Fiorentina e Lazio a -5, Torino a -7. Solo la Roma stasera potrebbe farsi sotto, e ospitando il Cagliari è probabile che lo faccia, a -1 con una partita in più. Ma quello che impressiona, guardando oltre i numeri, è che l’Atalanta è tornata una macchina da gioco che ricorda tempi felici nemmeno troppo lontani. Non c’è davvero paragone col Napoli che arranca col Verona, la Fiorentina che cade a Lecce, il Torino che si fa imporre il pari in casa dalla derelitta Salernitana, la Lazio vista ieri a Bergamo. Lo stesso Bologna che solo a sprazzi in questa fase è in grado di esprimersi sui livelli che ne hanno fatto la rivelazione del girone di andata.

E allora godiamoci il momento, e guardiamo con fiducia a un futuro che dal 25 febbraio in avanti sarà di fuoco. Con un’Atalanta così, anche le sfide più difficili ispirano più curiosità che timori.

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