Approccio multidisciplinare per le malattie della nutrizione

LA SALUTE. Non basta la dieta.

Sovrappeso, obesità, diabete, dislipidemie: sono solo alcune delle patologie metaboliche in costante aumento nella popolazione italiana. Secondo i dati più recenti, il 35% degli adulti è in sovrappeso e il 12% è obeso. Queste condizioni non sono solo numeri, ma un rischio concreto per la salute individuale e collettiva, associato a malattie cardiovascolari, ipertensione, tumori, steatosi epatica, infertilità, depressione e disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico.

«L’obesità è oggi riconosciuta dall’OMS come una vera e propria patologia cronica – spiega il dottor Antonio Carlo Bossi, Responsabile dell’Unità di Diabetologia in Humanitas Gavazzeni –. È importante distinguerla in due forme: quella preclinica, senza sintomi evidenti ma con alto rischio futuro, e quella clinica, già manifesta e spesso associata ad altre condizioni come il diabete di tipo 2».

Il diabete

Proprio il diabete rappresenta il paradigma delle patologie metaboliche complesse: «Alla base c’è una combinazione di predisposizione genetica e cattive abitudini – continua Bossi – come alimentazione scorretta, sedentarietà, stress cronico e infiammazione sistemica. Sono queste che alterano il metabolismo e rendono difficile il controllo del peso e della glicemia».

Affrontare tutto questo da soli è difficile. Ecco perché è necessario non solo rivolgersi ad uno specialista, ma lasciarsi coinvolgere in un vero e proprio percorso multidisciplinare, che agisca in modo coordinato su tutti gli aspetti della salute. «Non basta prescrivere una dieta – sottolinea la dottoressa Antonietta Colucci, Psichiatra di Humanitas Medical Care a Bergamo –. Spesso le abitudini alimentari scorrette sono legate a disagi emotivi profondi. Lavorare su autostima, consapevolezza e gestione dello stress è parte essenziale del trattamento».

Valutazione multidisciplinare

Il percorso terapeutico può iniziare con una valutazione integrata di tipo nutrizionale e psicologico, analizzando il quadro clinico e comportamentale del paziente. In seguito si definisce un piano personalizzato, che può prevedere un supporto per migliorare la qualità della dieta, la terapia farmacologica per il controllo del metabolismo, il supporto psicologico, l’attività fisica strutturata e il monitoraggio continuo.

«Il primo passo è sempre il più difficile – afferma la dottoressa Colucci –. Ma con un team competente e un piano realistico, anche i risultati più ambiziosi diventano raggiungibili».

A seconda della tipologia del paziente, possono esistere farmaci innovativi che aiutano a controllare il peso e la glicemia, anche nei pazienti non diabetici. In casi selezionati, la chirurgia metabolica rappresenta un’opzione risolutiva. Ma ciò che fa davvero la differenza è sempre la capacità di accompagnare la persona nel cambiamento, nel tempo, con strumenti concreti, accessibili e sostenibili.

Per affrontare la complessità delle malattie metaboliche e nutrizionali serve una nuova visione: non curare solo il sintomo, ma la persona nella sua interezza.

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