Attenti alle ulcere cutanee, trascurarle è un grave errore

VULNOLOGIA. Si calcola che il diabete, gravato dalle sue complicanze (tra cui le ulcerazioni del piede), interesserà 552 milioni di persone nel 2030.

Le ulcere cutanee sono antiche quanto l’uomo, ma sino agli anni ’70 del secolo scorso venivano curate in modo empirico, cioè secondo «la tradizione». Solo nell’ultima decade del ‘900 la scienza ha iniziato a occuparsene in modo sistematico poichè, con il progressivo allungamento della vita, il problema ha assunto un’importanza sempre maggiore in quanto direttamente correlato con l’invecchiamento e l’aumento delle patologie ad esso correlate.

Ne parliamo con la dott.ssa Paola Pini, medico dermatologo, responsabile dell’Ambulatorio dedicato alla Vulnologia presso l’ospedale Briolini di Gazzaniga

Dottoressa, cosa sono le ulcere cutanee?

«Le ulcere cutanee sono delle lesioni della pelle causate da una ritardata o mancata guarigione. Nel 70% dei casi si tratta di ulcere di origine vascolare, soprattutto venosa, che interessano principalmente gambe e piedi. Si calcola che la possibilità di ulcerazione dovuta a problemi circolatori degli arti inferiori aumenti in modo progressivo con l’età: dall’1% nella popolazione adulta, al 3.6-4% oltre i 65 anni, sino al 5% intorno ai 90 anni. Si calcola che il diabete, gravato dalle sue molteplici, importanti complicanze tra cui le ulcere del piede che nel 2007 affliggeva 246 milioni di persone al mondo, ne interesserà 380 milioni nel 2025 (incremento del 55%) e 552 milioni nel 2030: l’attuale incidenza delle ulcere che interessano i piedi del paziente diabetico va dal 2.5 al 10% e un quarto di essi andrà inevitabilmente incontro ad amputazione. Secondo un recente studio, negli Stati Uniti, il 3% della popolazione di età superiore ai 65 anni ha ulcere in atto e il 2% dell’intera popolazione è affetta da ferite croniche; si tratta di numeri impressionanti dietro ai quali si nascondono sofferenza, disagio, depressione, emarginazione, costi sia per i pazienti e le loro famiglie che per il sistema sanitario».

A chi è rivolta l’attività dell’ambulatorio e come si accede?

«L’ambulatorio è rivolto a pazienti che presentano ferite, (denominate anche ulcere o piaghe) in qualsiasi distretto cutaneo, causate dalle più svariate patologie, ad esempio: da decubito, post-traumatiche, post operatorie, conseguenti a patologie del circolo venoso e arterioso, neoplastiche, infettive, autoimmuni, diabetiche, presenti da più o meno tempo e spesso denominate “difficili” perché persistenti e poco orientate alla guarigione. Dall’inizio degli anni 2000 questo settore della medicina ha assunto un ruolo sempre più definito che le è valso la denominazione specifica di Vulnologia, dal latino “vulnus”, cioè ferita. L’ambulatorio di Gazzaniga è aperto dalle 7.30 alle 13.30 dal lunedì al venerdì, è gestito da un’equipe costituita da un medico dedicato esclusivamente ai pazienti vulnologici e tre infermiere esperte; vi si accede, per la prima visita, con appuntamento fissato al Cup presentando l’impegnativa Ssn del medico curante o di altro specialista. I controlli successivi vengono fissati direttamente in ambulatorio semplificando così al massimo la componente burocratica».

Come è organizzato e con quali modalità?

«L’attività dell’ambulatorio vulnologico dell’ospedale di Gazzaniga è stata potenziata con la conferma della presenza di un ‘equipe costituita da un medico vulnologo e da alcune infermiere dedicate ed esperte, è stata sostenuta la collaborazione tra il medico e gli altri specialisti di volta in volta chiamati a collaborare per la gestione ottimale dei pazienti ed è stata confermata la necessità di una stretta collaborazione con gli infermieri dell’assistenza domiciliare. Recentemente l’ambulatorio è entrato a far parte della rete della telemedicina aziendale, nello specifico la televulnologia. L’infermiere ADI (assistenza domiciliare integrata) dal domicilio del paziente invia con un device le immagini delle lesioni e si confronta in tempo reale con il medico vulnologo; in tal modo viene garantito il monitoraggio specialistico, ma si evita il disagio, a volte enorme, degli accessi ambulatoriali in tal modo riservati a situazioni cliniche particolari. L’ambulatorio è coinvolto anche in un progetto di teleconsulenza con i medici di medicina generale e che consiste nel fornire al medico di famiglia una valutazione specialistica on line rispetto a un problema vulnologico posto dal medico stesso. Nel solco di questa attenzione alle problematiche vulnologiche e nella consapevolezza di potenziare le strutture ad esse dedicate, presso l’ospedale di Alzano è stato attivato un altro ambulatorio vulnologico con caratteristiche peculiari. Anche presso il presidio di Calcinate è operativo un ambulatorio dedicato al Piede Diabetico. Per informazioni è comunque possibile scrivere a [email protected]».

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