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IL RUOLO DELL’INFERMIERE. Scarsa idratazione, elevata umidità, malnutrizione, ridotta mobilità o allettamento possono provocare danni difficili da gestire.
La nostra pelle ci difende da numerosi attacchi esterni, ma la sua barriera può indebolirsi o addirittura scomparire se la sua struttura subisce danni. Scarsa idratazione, elevata umidità, malnutrizione, ridotta mobilità o allettamento possono causare danni difficili da gestire.
Nelle aree del corpo sottoposte a pressione prolungata, come le zone ossee a contatto con superfici rigide, il flusso sanguigno diminuisce, riducendo l’apporto di ossigeno e nutrienti, con conseguente danneggiamento cellulare e formazione di lesioni. Le zone più frequentemente interessate sono la nuca, le spalle, i talloni, la colonna vertebrale, l’osso sacro, il trocantere, le ginocchia, le caviglie ed i malleoli.
La prevenzione di queste lesioni è possibile attraverso l’adozione di semplici strategie quotidiane: ispezionare la pelle ad ogni cambio della posizione e ad ogni cambio del presidio di assorbenza (pannolone), mantenere la pelle asciutta e ben idratata, non usare prodotti a base alcolica o talco in quanto rimuovono lo stato di grasso che protegge la pelle, preferire detergenti neutri ed indumenti di cotone. È importante inoltre monitorare le pieghe cutanee come inguine, glutei, addome ed il seno.
L’ispezione permette di individuare precocemente eventuali arrossamenti o variazioni di colore, che rappresentano i primi segnali di un’alterazione della cute. In presenza di questi, è necessario modificare la posizione della persona per ridurre la pressione. Il cambio di posizione deve essere eseguito in modo sicuro sia per chi assiste che per la persona assistita. È importante evitare di trascinare il corpo sulla superficie del letto, poiché ciò può provocare ulteriori lesioni da sfregamento.
Le principali posizioni che si possono far assumere alla persona a rischio sono la postura supina, quella sul fianco con inclinazione di 30° e la postura semiseduta con inclinazione della testata del letto a 30°- 45°. Un altro elemento fondamentale è l’uso di «superfici antidecubito», come materassi e cuscini specifici. Questi supporti sono progettati per ridurre o scaricare la pressione esercitata dal corpo, favorendo una miglior circolazione sanguigna e prevenendo le lesioni. Invece, sono da evitare i cuscini a ciambella perché non alleggeriscono la pressione sulla zona sacrale come erroneamente si pensa, ma viene invece compromessa la circolazione sanguigna proprio nella zona dove è presente il foro.
Un’attenzione speciale va dedicata ai talloni, che devono essere sollevati dal piano del letto mediante un cuscino posizionato sotto la gamba, precisamente dalla coscia alla caviglia. In alternativa si possono utilizzare i dispositivi di scarico del tallone, che hanno un aspetto a stivale e hanno la proprietà di ridurre il rischio di lesioni da pressione proprio perché mantengono sollevato il tallone e supportano il piede in posizione neutra. E se l’arrossamento non scompare? Niente panico. Il tuo medico curante ed il personale infermieristico sono vicini ai cittadini e ti forniranno assistenza dedicata.
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