Esposta al sole, ma sana
Ecco come salvare la pelle

Va considerato che l’esposizione alle radiazioni solari non avviene solamente quando si è in spiaggia, ma durante tutto il giorno.

Con il ritorno dei mesi estivi tornano i rischi per la pelle legati all’esposizione ai raggi solari. Rischi che possono essere ridotti seguendo poche e semplici regole. Esposizione al sole sì, purché non eccessiva e mai nelle ore centrali della giornata. Utilizzare creme protettive, con fattore di protezione elevato, fino a 50 nei bambini. Indumenti e cappello proteggono la cute anche quando la crema perde efficacia. Attenzione alle possibili reazioni in caso di assunzione di farmaci, anche di uso comune, come alcuni antipertensivi, antibiotici, antinfiammatori. In caso di macchie anomale o manifestazioni cutanee sospette, meglio rivolgersi allo specialista.

Ecco come è possibile tornare in sicurezza a godere della bella stagione all’aria aperta, dopo tanti mesi trascorsi in casa tra lockdown e smartworking. Un’attenzione particolare va rivolta ai bambini. Va considerato che l’esposizione alle radiazioni solari non avviene solo in spiaggia, ma durante tutto il giorno e, in misura ridotta, anche in acqua. Da evitare in ogni caso l’esposizione al sole tra le ore 11 e le 16, fascia oraria in cui i bambini dovrebbero rimanere a casa.

«L’eccessiva esposizione solare può contribuire allo sviluppo di due patologie neoplastiche: il melanoma e i carcinomi cutanei. Ecco perché è importante, oltre che seguire le regole di prevenzione primaria per ridurre i fattori di rischio, affidarsi alla prevenzione secondaria, cioè alla diagnosi precoce – avverte Paolo Sena, direttore della Dermatologia dell’Asst Papa Giovanni XXIII -. Una valutazione dermatologica periodica, di solito annuale, permette di fare diagnosi precocemente in caso di melanoma. Dovrebbe sottoporsi a controlli periodici chi ha molti nei, chi ha una storia personale o familiare di melanoma e chi, in età infantile, si è frequentemente scottato in maniera acuta. Se diagnosticato precocemente, il melanoma è un tumore che in altissima percentuale non ha conseguenze gravi anche dopo a lungo termine. Nel caso dei carcinomi, una diagnosi precoce significa poterli asportare in fase iniziale, azzerando in tal modo il loro potenziale maligno».

Melanomi e carcinomi cutanei sono neoplasie molto diverse per incidenza e prognosi. Il melanoma ha un’incidenza minore, ma è un tumore che in fase avanzata può essere anche molto aggressivo, fino a dare metastasi. I carcinomi cutanei sono più frequenti rispetto ai melanomi ma hanno minore malignità, con comportamento aggressivo solo nelle fasi avanzate o in particolari soggetti. Rispetto all’esposizione solare, il melanoma è più frequente nei soggetti che in età infantile o giovanile si sono ripetutamente scottati, mentre i carcinomi cutanei si manifestano soprattutto nei soggetti con esposizione agli ultravioletti di tipo cronico per ragioni lavorative o di svago.

«Uno dei punti di forza della Dermatologia del “Papa Giovanni” è la sua costante interazione con le altre Unità che fanno parte del nostro grande Ospedale – spiega Paolo Sena -. La nostra pratica clinica quotidiana è molto vasta e talora complessa, come nel caso dell’oncologia dermatologica. In questo ambito è fondamentale l’approccio multidisciplinare: collaboriamo con la Chirurgia plastica, la Chirurgia generale e l’Oncologia, solo per citare alcuni esempi, per il trattamento e il follow-up del melanoma e dei carcinomi cutanei».

Le precancerosi sono lesioni non maligne o a bassa malignità che possono evolvere verso un carcinoma cutaneo, soprattutto spinocellulare (o squamocellulare). Il dermatologo è in grado di riconoscerle e di trattarle, con terapie domiciliari (creme, soluzioni) o ospedaliere (crioterapia, diatermocoagulazione, terapia fotodinamica) in modo da prevenirne l’evoluzione in senso maligno.

Le più comuni precancerosi sono le cheratosi attiniche, che insorgono soprattutto in aree fotoesposte (volto, dorso delle mani, spalle), in genere dopo i 50 anni di età e la cui comparsa può essere evitata con una esposizione solare prudente.

«Il sole non è sempre nemico della pelle – chiude il dottor Sena -. Un rapporto equilibrato con gli ultravioletti può essere benefico in molte malattie della pelle (psoriasi, dermatite atopica) e contribuire all’attivazione della vitamina D, coi suoi positivi effetti sul metabolismo osseo, e della melatonina, che può servire a migliorare il tono dell’umore. Quindi negli adulti poco sole preso in maniera attenta può essere consigliato anche dal dermatologo».

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