In Humanitas incontri per curare il cuore, prima della sala operatoria

IL PROGETTO. Humanitas Gavazzeni presenta un nuovo progetto guidato da infermieri e fisioterapisti per accompagnare i pazienti che si devono sottoporre a un intervento cardiochirurgico lungo l’intero percorso di cura, anche grazie alla teleassistenza.

«La guarigione richiede connessione; le relazioni con i pazienti contano». Così dichiarava Florence Nightingale, fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne, a cui è dedicata la Giornata internazionale dell’Infermiere, celebrata ogni anno in occasione del giorno della sua nascita, il 12 maggio.

È con lo stesso spirito di empatia che è nato in Humanitas Gavazzeni il servizio di Pre-Habilitation, dedicato a tutti coloro che devono affrontare un intervento di Cardiochirurgia per patologie valvolari, coronariche o aritmiche.

L’obiettivo del progetto

Preparare i pazienti a ogni fase del percorso di cura, dall’intervento fino al post operatorio e la riabilitazione, attraverso una comunicazione personalizzata. Così il paziente, informato e responsabilizzato, diventa davvero parte del suo percorso di guarigione, e può affrontare le proprie paure grazie al confronto con un team multidisciplinare.

«La prima sfida da affrontare è capire come entrare in contatto con i diretti interessati in un modo semplice, pratico e fruibile, soprattutto per chi non abita vicino alla sede dove dovrà effettuare l’intervento – spiega Sara Cisana, infermiera in Humanitas Gavazzeni –. Per questo motivo abbiamo deciso di attivare un servizio di teleassistenza, con cui effettuare colloqui a distanza con il paziente e i suoi familiari».

La teleassistenza

Il vantaggio della teleassistenza è quello di creare un primo contatto con chi dovrà sostenere l’intervento che, fin da subito, può dare un volto ad alcuni dei professionisti che incontrerà durante il suo percorso di ricovero. L’alternativa a questo tipo di tecnologia è l’incontro di persona o una più classica telefonata.

Eveline Bravi, Coordinatore tecnico di Riabilitazione in Humanitas Gavazzeni, aggiunge: «È fondamentale che il paziente e la sua famiglia rimangano al centro del progetto. Il loro coinvolgimento precoce permette di renderli parte attiva del processo di cura e guarigione. L’obiettivo della Pre-Habilitation è infatti sia quello di migliorare gli esiti clinici dei pazienti, sia, più in generale, la loro soddisfazione e qualità di vita prima, durante e dopo l’ingresso in ospedale».

Il percorso di prericovero

Il percorso, proposto a ogni persona a inizio del prericovero, affronta vari temi: dall’educazione sull’iter pre-peri e post operatorio (informazioni logistiche, relative all’intervento e alla terapia intensiva, percorso fisioterapico e rientro in reparto, gestione del dolore e recupero dell’autonomia, educazione alle buone abitudini), allo screening anemico, nutrizionale e psicologico attraverso esami ematici e scale valutative.

Il dottor Giovanni Albano, direttore del Dipartimento di Anestesia e Terapia Intensiva di Humanitas Gavazzeni, commenta: «La letteratura scientifica ha dimostrato che il coinvolgimento del paziente in largo anticipo rispetto all’intervento chirurgico si traduce in un miglioramento degli esiti: riduzione delle complicanze, un recupero più rapido e una migliore qualità della vita nel post-operatorio sono solo alcuni esempi. La Cardiochirurgia è sicuramente una delle aree chirurgiche più complesse e impegnative, sia per le comorbidità significative che per il livello di importanza strategica. Conoscere il paziente, rispondere ai suoi dubbi e alle sue esigenze sono azioni che devono tener conto delle attitudini personali, ma che costituiscono la base per un percorso di avvicinamento a un momento delicato come un intervento chirurgico».

La storia di una paziente: Ermenita

«Quando sono stata convocata per un intervento importante al cuore mi è stato proposto di aderire a questo servizio e di incontrare Sara ed Evelin - racconta la signora Ermenita, una paziente di 57 anni che ha seguito il percorso di Pre-Habilitation -. Parlare con loro ha reso tutto più facile. Mi hanno spiegato quello che avrei dovuto fare con un discorso semplice, affettuoso ma sempre molto professionale. Dopo l’incontro mi sentivo come se avessi già affrontato l’intervento. Sara è stata bravissima a descrivermi i momenti immediatamente successivi all’operazione, rassicurandomi che sarebbe stata sempre con me per qualsiasi esigenza. Evelin, dal canto suo, è stata illuminante nel raccontarmi come sarebbe stata la fase di riabilitazione vera e propria, chiarendomi tutti i dubbi e i timori che in quel momento mi riempivano sia la mente che il cuore».

Parole, queste, che la signora Ermenita ha voluto dedicare agli infermieri di Humanitas Gavazzeni in occasione della Giornata Internazionale a loro dedicata.

«In questo progetto risulta fondamentale la stretta collaborazione interdisciplinare delle diverse figure sanitarie, che sono in grado di garantire un approccio integrato e completo a tutte le esigenze di ogni paziente» conclude Katia Morstabilini, Responsabile Servizi Assistenziali di Humanitas Gavazzeni.

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