Nuove cure per tumori e infiammazioni: al Mario Negri contributi per 2,3 milioni

RICERCA. Il Fondo Italiano per la Scienza ha premiato i progetti di due giovani ricercatori. Remuzzi: «Prospettive di grande interesse». Benigni: «Risorse fondamentali per crescere».

Due ricerche che affondano lo sguardo in territori scientifici distinti, muovendosi però nella stessa direzione: capire le cause profonde della malattia per immaginare terapie più mirate ed efficaci. All’Istituto Mario Negri arrivano due finanziamenti del Fondo Italiano per la Scienza, il principale programma nazionale dedicato alla ricerca di base più innovativa. A ottenerli sono due giovani ricercatori cresciuti nei laboratori di Bergamo e Milano: il bergamasco Luca Perico, 42 anni, e il milanese Andrea David Re Cecconi, 37 anni. Con i loro progetti hanno superato una selezione nazionale durissima, aggiudicandosi risorse per oltre 2,3 milioni (per l’esattezza 2.328.754 euro). Un risultato che conferma la solidità scientifica del Negri e la sua capacità di attrarre talenti e idee originali.

Il progetto di Perico - «Controllare il rilascio di Rna mitocondriale per limitare infiammazione e invecchiamento» - affronta uno dei nodi più delicati dell’età che avanza: il declino dei mitocondri, le piccole «centrali energetiche» delle cellule. Quando non funzionano più bene, rilasciano segnali che alimentano infiammazione e perdita di funzione degli organi. Studiando cuore e reni, Perico punta a capire come nasce questo circolo vizioso e quali nuovi bersagli terapeutici possano interromperlo. L’obiettivo è ambizioso: favorire un invecchiamento più sano, preservando la capacità degli organi di lavorare a lungo.

Lo studio di Re Cecconi si muove invece nella complessità della cachessia tumorale, ovvero la perdita progressiva di muscoli e ossa che accompagna molti tumori avanzati. Il suo progetto - «Il doppio ruolo della Musclin nel contrastare la perdita di muscolo e osso nei tumori» - parte da una proteina prodotta proprio da questi tessuti. Quando la malattia avanza, la Musclin diminuisce: ripristinarla potrebbe proteggere sia la muscolatura sia lo scheletro. Il gruppo ha già identificato un frammento della proteina che sembra attivo: ora si tratta di ottimizzarlo, testarlo e valutarne il potenziale come futura, possibile terapia.

Le possibilità

«Sono due progetti molto importanti, portati avanti da ricercatori giovani e di grande talento - osserva Giuseppe Remuzzi, direttore del Mario Negri -. Ciascuno di loro ha davanti a sé la possibilità di fare un buon lavoro. Sono entrambi progetti che aprono prospettive di grande interesse. I bandi del Fondo Italiano per la Scienza rappresentano una sfida paragonabile a quella dei grandi bandi europei: vincerli è difficilissimo». E aggiunge: «Queste risorse non finanziano solo un’idea, ma permettono a un laboratorio di crescere, formare nuovi ricercatori, costruire il futuro della ricerca stessa».

Poi entra nel merito: «Lo studio sul rapporto tra tumori e ossa apre prospettive cruciali, perché le metastasi ossee sono tra le complicanze più gravi. Capire come l’osso si ammala significa anche capire come difenderlo». E, dall’altra parte, «il lavoro sulle malattie del sistema immunitario propone un approccio davvero innovativo: può cambiare il modo in cui pensiamo le terapie».

Sulla stessa linea Ariela Benigni, segretario scientifico del Negri e responsabile delle sedi di Bergamo e Ranica, che sottolinea innanzitutto la rapidità del bando: «Per la prima volta la risposta è arrivata in pochi mesi - dice -. Nelle edizioni precedenti serviva più di un anno e questo rischiava di rendere i progetti obsoleti». È un cambiamento decisivo, dice, perché «questi finanziamenti sono pensati per idee di frontiera, ad alto tasso di innovazione. Per puntare sempre più in alto servono tempi certi e un sostegno continuo».

Una selezione severa

Ricorda anche la selezione: «Sono passati circa 400 progetti su più di 5mila proposte: è una competizione severissima». E conclude sul ruolo dei fondi: «Per un istituto no profit come il nostro sono essenziali perché permettono di investire in persone e competenze, che sono il vero patrimonio della ricerca».

Il risultato dei due ricercatori del Negri si inserisce in un quadro più ampio: la terza edizione del Fondo Italiano per la Scienza ha stanziato oltre 432 milioni di euro in tutta Italia. La Lombardia, in questo contesto, ha ottenuto 59 progetti, per un totale di 78,6 milioni di euro, a conferma della sua centralità nel panorama della ricerca nazionale.

In un momento in cui la scienza italiana chiede stabilità e visione, queste risorse e questi successi mostrano che esiste un capitale umano pronto a raccogliere la sfida. E che istituti come il Mario Negri continuano a essere un luogo in cui le idee diventano percorsi concreti di conoscenza e, un domani, di cura.

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