Ospedali verdi: la Asst Bergamo Est è in prima fila

La sanità «green» . È una delle sette strutture sanitarie italiane che hanno aderito a un progetto internazionale.

L’Asst Bergamo Est è una delle sette strutture sanitarie italiane che hanno aderito al progetto internazionale «Global Green and Healthy Hospitals» per ridurre l’impatto ambientale e promuovere salute. Gli ospedali sono tra i primi consumatori di energia. Secondo quanto riferito dal Politecnico di Milano nell’ultimo «Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica», il consumo specifico di energia in ospedale è superiore di circa tre volte rispetto a quello per uso abitativo.

Ciò, soprattutto, per assicurare all’interno delle strutture sanitarie la continuità del servizio 24 ore al giorno tutti i giorni dell’anno e contemporaneamente, condizioni salubri e di sicurezza – ad esempio per il trattamento dell’aria – che a loro volta richiedono strumentazioni e attrezzature complesse e ad alto consumo di energia.

Il progetto «Greener and safer health care» dell’Asst Bergamo Est si propone di ridurre l’impronta ecologica dei servizi sanitari senza compromettere la quantità e la qualità delle cure, agendo su tre fronti:

- rendere consapevoli tutti coloro che operano nell’azienda sanitaria (medici, infermieri, tecnici e amministrativi) dei rischi associati all’emergenza climatica;
- identificare e avviare iniziative capaci di mitigare l’impatto ecologico delle cure, facendo in modo che tutti imparino a valutare le conseguenze delle proprie decisioni anche dal punto di vista dell’ambiente, cercando in ogni circostanza di adottare le soluzioni più sostenibili;
- individuare idonei indicatori di processo e di risultato attraverso i quali monitorare le attività, riconoscere i successi e mettere in atto le eventuali azioni correttive.

Il primo passo in questa direzione è stato quello di costituire un apposito «Green team» formato da dirigenti e professionisti afferenti a diverse aree strategiche aziendali, con il compito di pianificare le attività e monitorare i risultati raggiunti.

Le azioni finora avviate sono diverse e coprono vari ambiti di attività. A titolo esemplificativo si cita:
•Riqualificazione energetica: i presidi ospedalieri e territoriali dell’Azienda sono oggetto di diversi interventi migliorativi quali: sostituzione delle caldaie, installazione di lampade LED, realizzazione di impianti fotovoltaici e cogeneratori, ecc. Si stima che l’insieme di queste opere comporterà nel 2023 un risparmio energetico annuale di 900 TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio), una riduzione del 17% rispetto al consumo attuale di circa 5.300 TEP.
•Mobilità sostenibile: allo scopo di favorire abitudini di viaggio più sostenibili, è stata avviata, in collaborazione con l’Università di Bergamo, un’indagine conoscitiva degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti i cui risultati sono in corso di elaborazione.
•Telemedicina: si è avviato un programma di televisite per pazienti afferenti all’area della fragilità (cardiopatici, diabetici, oncologici) che nel 2022 ha consentito a 395 pazienti di usufruire del servizio a domicilio (con un risparmio stimato di circa 5 tonnellate di CO2). Per il 2023 si intende potenziare tale attività di almeno il 30%.
•Gas anestetici: considerato il rilevante impatto ambientale dei gas anestetici si sta procedendo ad allineare le modalità d’uso del desflurano alle più recenti raccomandazioni internazionali. Per il 2023 si intende ridurre del 50% l’attuale livello di consumo, pari a circa 500 flaconi/anno.
•Appropriatezza prescrittiva: un apposito gruppo di lavoro ha ridefinito i test preoperatori allineando le prescrizioni alle più recenti linee guida internazionali, con una riduzione significativa dei test prescritti di routine (Per esempio, almeno 1.000 RX in rispetto all’anno precedente, pari al 20% del totale).

Sottolinea il direttore sanitario aziendale, dott. Pietro Imbrogno: «Il progetto è avviato da pochi mesi. Il percorso è complesso, richiede cambiamenti diffusi e a lungo termine ma i primi risultati sono incoraggianti. In primo luogo è necessario lavorare insieme, in modo integrato e interdisciplinare. Occorre coinvolgere l’intera organizzazione, cambiare procedure abituali, vincere resistenze, modificare contratti d’acquisto, raccogliere dati, studiare, promuovere incontri, formare il personale. Si è inoltre notato (soprattutto nelle persone direttamente coinvolte nel progetto) una crescente consapevolezza e una maggiore attenzione sulle potenziali ricadute delle proprie decisioni rispetto all’ambientale. Ogni contributo, anche piccolo, deve essere incoraggiato perché può comunque concorrere a raggiungere i risultati attesi».

«Il percorso - conclude il dottor Francesco Locati – direttore generale dell’Asst Bergamo Est - ha preso avvio e consistenza in occasione di un convegno che si è svolto lo scorso mese di giugno ad Astino, cui hanno partecipato il prof. Giuseppe Remuzzi, il prof. Luigi Luisi, il prof. Alberto De Toni e il dott. Antonio Bonaldi. L’esperienza fin qui consolidata è stata presentata ad un recente convegno nazionale a Reggio Emilia nell’ambito dell’ISDE – Associazione Italiana Medici per l’Ambiente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA