Sangue nelle urine? Tutto quello che devi sapere

EMATURIA. Non è mai un «segnale» da sottovalutare. Al contrario deve essere indagato per capirne le cause.

Può comparire come fenomeno isolato oppure ripetersi nel tempo. In ogni caso è sempre un segnale da non sottovalutare dicendosi «vediamo se passa». Parliamo del sangue nelle urine, in temini medici macroematuria, un sintomo che può manifestarsi con urine dal colore rosso vivo, marrone scuro o con piccoli coaguli. Ma quali possono essere le cause? Di quali disturbi può essere la spia la presenza di sangue nelle urine? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Gaia Colalillo, specialista in Urologia dell’Unità di Urologia II del Policlinico «San Marco», diretta dal dottor Vincenzo Altieri, e del Centro Diagnostico Treviglio, struttura ambulatoriale del Gruppo San Donato in centro a Treviglio.

Dottoressa Colalillo, perché è importante non sottovalutare la macroematuria?

«Innanzitutto è importante sottolineare che la macroematuria è un sintomo, non una diagnosi. Può derivare da condizioni semplici e risolvibili, come una cistite o una prostatite,

ma può anche essere la prima manifestazione di patologie più serie, inclusi calcoli renali o tumori dell’apparato urinario come quelli della vescica, dell’alta via escretrice (il rivestimento “interno” di rene e uretere) o della prostata. Non è possibile distinguere una causa benigna da una più grave solo osservando il colore dell’urina: per questo, ogni episodio merita un accertamento».

Quali sono gli esami che possono aiutare a individuarne la causa?

«Le Linee Guida Europee di Urologia (EAU) raccomandano che ogni macroematuria venga indagata in modo completo, ovvero attraverso: un colloquio approfondito e una visita urologica. Lo specialista chiederà al paziente quando è comparso il sangue, se ha dolore o febbre, se fuma, se ha effettuato in passato radioterapia pelvica o se assume farmaci anticoagulanti. Questi dettagli aiutano a orientare la ricerca; un esame delle urine e, se serve, una urinocoltura per escludere infezioni; un esame citologico delle urine su tre campioni. Si tratta di un esame diagnostico per la ricerca di cellule anomale o tumorali nelle vie urinarie (urotelio di vescica, ureteri, pelvi renale), eseguito su tre campioni di urina raccolti in giorni diversi, preferibilmente al mattino, scartando il primo getto per ridurre la contaminazione. Si raccolgono tre diversi campioni, e non uno soltanto, perché in questo modo il test risulta più sensibile, considerato che l’eliminazione delle cellule neoplastiche nelle urine può essere intermittente. Un risultato negativo non esclude però completamente la presenza di un tumore. Per questo, per una valutazione davvero completa, si associano sempre anche altre indagini».

Quali altre indagini sono necessarie per escludere il pericolo più grande, ovvero la presenza di un tumore?

«Un controllo ecografico dei reni e della vescica; un’uretrocistoscopia, nei casi più a rischio o quando non si trova una spiegazione chiara. L’esame, utilizzando una piccola telecamera, permette una visione diretta della vescica; in alcuni casi, una URO-TC con fase urografica tardiva (un mezzo di contrasto che mima l’urina) per analizzare l’intero apparato urinario».

Oltre al tumore, da cosa può dipendere ii sangue nelle urine?

«Le cause più frequenti di macroematuria sono: le infezioni urinarie (che possono dare bruciore, bisogno frequente di urinare o febbre); la calcolosi renale o vescicale (spesso accompagnata da dolore intenso); le malattie prostatiche come l’ipertrofia o la prostatite cronica. Concludendo, il consiglio che mi sento di dare, da specialista, è non ignorare mai il sangue nelle urine, anche se compare una sola volta e scompare da solo. Spesso non è nulla di grave, ma altre volte è il primo e unico segnale di un problema che possiamo curare solo se scoperto in tempo. La diagnosi precoce salva vite e preserva la qualità della tua salute urologica».

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