Tumore al seno, la diagnosi precoce fa la differenza

PREVENZIONE. Il primo passo è la visita senologica, che consente di valutare la storia clinica e i «fattori di rischio».

Il tumore della mammella è una patologia complessa, caratterizzata dalla proliferazione incontrollata di cellule nel tessuto mammario, che possono formare noduli e talora diffondersi verso i linfonodi o altri organi. I sintomi più comuni includono la comparsa di un nodulo palpabile, un’area di retrazione cutanea, alterazioni del capezzolo (come inversione, secrezioni, sanguinamento), cambiamenti nella consistenza della pelle mammaria (come «buccia d’arancia»), gonfiore regionale o dolore. Le cause esatte del tumore al seno sono molteplici e di varia importanza. L’attenzione è oggi dedicata ai fattori di rischio sono noti: l’età avanzata, la familiarità (mutazioni genetiche come BRCA1 e BRCA2), la storia personale di tumore, obesità, esposizione a radiazioni, ormonoterapia, consumo di alcol e fumo, menarca precoce o menopausa tardiva.

La diagnosi

Una volta sospettata la presenza di una lesione, si attiva l’iter diagnostico. Come spiega il dottor Massimo Grassi, responsabile della Breast Unit e co-responsabile Senologia in Humanitas Gavazzeni: «Il primo passo è la visita senologica, che consente di valutare la storia clinica, i fattori di rischio e i segni obiettivi». A questa visita si affiancano esami strumentali: mammografia digitale (oggi spesso arricchita da tomosintesi per migliorare la sensibilità rilevando fino al 30-40 % di tumori invasivi in più rispetto alla mammografia bidimensionale), ecografia mammaria, risonanza magnetica (nei casi più complessi o ad alto rischio), e biopsia (agoaspirato, microbiopsia o biopsia radioguidata) per ottenere un esame istologico che definisca il tipo di tumore e le sue caratteristiche molecolari. Il risultato dell’anatomia patologica fornisce dati prognostici e predittivi che orientano le terapie successive. Secondo il dottor Grassi, «è fondamentale che in questa fase diagnostica si operi in un contesto multidisciplinare, con il dialogo tra radiologi, patologi, chirurghi, oncologi e altri specialisti, per costruire un percorso su misura».

La fase terapeutica

Superata la diagnosi, si passa alla fase terapeutica, come illustra il dottor Paolo Arnone, co-Responsabile Senologia: «Il trattamento oggigiorno è personalizzato e condiviso multidisciplinarmente, tenendo in considerazione principalmente le caratteristiche biologiche della malattia nonché altri parametri quali ad esempio le dimensioni del tumore, la presenza di malattia in altri distretti e chiaramente età e stato generale della paziente». L’intervento chirurgico è quasi sempre il primo atto: può essere conservativo (quadrantectomia) o radicale (mastectomia), quest’ultima sempre più “conservativa” risparmiando il complesso areola capezzolo e la cute. Inoltre si associano interventi sui linfonodi ascellari (linfonodo sentinella/dissezione ascellare) e tecniche oncoplastico-ricostruttive per coniugare efficacia oncologica ed esito estetico, quest’ultima in casi selezionati.

La terapia farmacologica

A supporto della chirurgia, la terapia farmacologica sistemica (chemioterapia, terapia ormonale, terapie biologiche e target) è modulata in base agli esiti dell’esame istologico. A completamento della chirurgia e della terapia, infine, si può seguire la radioterapia, volta ad eliminare eventuali cellule residue e ridurre il rischio di recidive locali. Dopo la terapia attiva, ha inizio il follow-up, con controlli periodici clinici e strumentali per monitorare comparsa di nuova malattia o effetti tardivi delle cure.

Il «mese rosa»

Durante il mese di ottobre, il cosiddetto «mese rosa», campagne di sensibilizzazione, eventi e visite senologiche gratuite richiamano l’attenzione sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce. «È il momento in cui molte donne, magari timorose o distratte, decidono di prenotare una visita senologica o una mammografia gratuita. La diagnosi precoce è spesso la differenza tra un trattamento conservativo e uno più radicale» conclude Grassi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA