Don Bepo, c’è l’assenso dei vescovi lombardi alla richiesta della causa di beatificazione

Nell’incontro con il mondo della comunicazione il vescovo Francesco Beschi ha dato l’annuncio di un ulteriore passo avvenuto in questi giorni per l’inoltro della richiesta di apertura della causa di beatificazione di don Bepo Vavassori.

Lo ha fatto proprio nel Patronato San Vincenzo di via Gavazzeni, luogo che è stato casa e famiglia per il sacerdote bergamasco, nato a Osio Sotto nel 1888 e morto a Bergamo nel 1975. Il vescovo ha comunicato che i vescovi lombardi hanno firmato il documento che dà il loro assenso ufficiale alla diocesi di Bergamo per l’inoltro al Dicastero delle Cause dei Santi della richiesta di autorizzazione all’apertura della causa di beatificazione. «Si tratta di un passaggio necessario all’interno dell’iter e che completa la fase preliminare». spiega don Eugenio Zanetti, vicario giudiziale della Diocesi.

La procedura era iniziata con la richiesta al vescovo da parte del Patronato di potersi costituire come soggetto promotore della causa e proseguita con la nomina della postulatrice, con il documento ufficiale di richiesta al vescovo di avvio della fase preliminare e con il successivo assenso del vescovo. Nella sessione di gennaio della Conferenza episcopale lombarda monsignor Beschi ha presentato la figura di don Bepo.

«La vita di questo sacerdote e la sua missione – ha detto al mondo della comunicazione - sono state particolarmente apprezzate dai vescovi che già conoscono bene la storia del Patronato». È iniziato nel frattempo il lavoro certosino di raccolta di documenti, scritti, omelie, corrispondenza, articoli e tutto quanto riguarda la lunga e intensa opera del fondatore del Patronato San Vincenzo. Sono state raccolte anche alcune testimonianze orali di persone che hanno vissuto un’esperienza nei primi anni di avvio di questa opera bergamasca.

«È stato un educatore della gioventù secondo lo stile di San Giovanni Bosco. – dice monsignor Arturo Bellini – Fu uomo pratico più che pedagogo teorico. Allegria e amorevolezza erano le linee su cui esercitava il suo ministero». Il documento firmato dai vescovi lombardi sarà allegato alla domanda ufficiale di autorizzazione all’apertura della causa di beatificazione che sarà recapitata a breve al Dicastero. Si attenderà quindi la risposta che potrebbe richiedere alcuni mesi.

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