«Famiglie per l’accoglienza», al raduno
la festa per 11 bimbi adottati e dati in affido

Urgnano Oltre un centinaio all’appuntamento alla Basella dopo due anni di stop a causa della pandemia. Il 18 maggio, per i 40 anni di fondazione, una delegazione bergamasca ha partecipato all’udienza generale del Papa.

Oltre un centinaio tra genitori e figli in affido o in adozione si sono dati appuntamento domenica 29 maggio, nel parco dei padri Passionisti della Basella di Urgnano, per festeggiare la bellezza di donare e donarsi.

Dopo due anni è infatti tornato in grande stile il raduno dell’associazione «Famiglie per l’accoglienza» di Bergamo, durante il quale si sono anche festeggiati 11 bambini e bambine adottati o dati in affido in quest’ultimo biennio segnato dalla pandemia.

Dopo due anni è tornato il raduno dell’associazione «Famiglie per l’accoglienza» di Bergamo: festa per 11 bambini e bambine adottati o dati in affido nel biennio della pandemia

Nata a livello nazionale, a Milano, nel 1982, «Famiglie per l’accoglienza» è una rete di famiglie che si accompagnano nell’esperienza dell’accoglienza famigliare (adozione, affido, accoglienza, ospitalità, cura degli anziani e dei disabili) e oggi conta più di 3.300 soci in Italia. Lo scorso 18 maggio, per i 40 anni di fondazione, anche una nutrita delegazione bergamasca ha partecipato, tra 600 associati, all’udienza generale di Papa Francesco a Roma.

«La nostra realtà di Bergamo è nata nel 1986 – spiega la presidente Daniela Metalli – ed è partita da tre famiglie che avevano sperimentato, ciascuna, l’adozione, l’affido e l’ospitalità di anziani. Oggi sono ben 150, un’ottantina delle quali direttamente coinvolte in esperienze di accoglienza che, nell’ultimo periodo, hanno riguardato anche i profughi ucraini».

«L’associazione di Bergamo è nata nel 1986 ed è partita da tre famiglie che avevano sperimentato l’adozione, l’affido e l’ospitalità di anziani. Oggi sono ben 150»

La giornata, che ha visto la Messa celebrata da padre Danilo Mazzoni, il pranzo per soci e sostenitori e lo spettacolo dell’attore e musicista Carlo Pastori, è stata anche l’occasione per portare all’attenzione testimonianze dirette di accoglienza.

Tra le più recenti c’è quella di Chiara e Carlo di Gorlago, che dopo problemi di sterilità era diventata mamma adottiva, prima di Maria, 4 mesi, poi di Avanthika, bambina indiana di 4 anni «e dato che la vita ci stupisce sempre oltre ogni aspettativa, nel 2020 è nato Matteo, il nostro figlio biologico».

Laura e Matteo, famiglia affidataria di Trescore, hanno invece risposto all’emergenza Ucraina ospitando un gruppo allargato di 11 persone (sei minori e cinque mamme) in una casa a Zandobbio messa a disposizione dall’associazione Meet Human.

Infine, ci sono Giuseppe e Nadia di Caravaggio, che nel 1986 hanno iniziato un’esperienza di ospitalità di un bambino gravemente cerebroleso di dieci anni. «Oggi Remo, 51enne, è ancora con noi: 36 anni di quotidianità, ad accudirlo, assisterlo, comprenderlo, a lasciarci condurre per mano da lui che ci chiamava a scoprire di più noi stessi. Bisognosi, quanto lui, di un altro che ci accompagnasse, aiutasse e comprendesse».

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