
Incendio a Boltiere, all’origine forse un cortocircuito
IL ROGO. Due famiglie fuori casa, hanno trovato ospitalità da amici e parenti.
Hanno trovato ospitalità da famigliari e amici le sette persone rimaste senza casa a causa dell’incendio scoppiato venerdì 23 maggio nel centro di Boltiere, in un condominio in vicolo Zenoni.
Due appartamenti inagibili
Alla fine sono due le abitazioni che, a conclusione delle valutazioni effettuate dai vigili del fuoco, sono state dichiarate inagibili: l’appartamento al primo piano da cui sono divampate le fiamme, dove vivono in affitto marito e moglie di nazionalità marocchina più i figli di cinque e tre anni e tre mesi; e quello sovrastante al secondo piano in cui, sempre in affitto, è residente una coppia di marocchini.
Forse un cortocircuito
Non ha invece subìto danni la farmacia al piano terra, che infatti ieri ha potuto riaprire regolarmente l’attività. A causa dell’intenso fumo, dal condominio e da alcuni palazzi vicini una ventina di persone sono state portate in vari ospedali del territorio per i controlli del caso. A quanto risulta, tutte quante hanno poi potuto fare ritorno a casa. A causare il rogo sembrerebbe essere stato un cortocircuito verificatosi nella camera da letto dell’abitazione al primo piano.
«Massima disponibilità»
Al momento dell’incendio sono intervenuti sul posto il sindaco Osvaldo Palazzini, il vice Massimo Lena e il consigliere delegato Andrea Regonesi per valutare possibili interventi, soprattutto a sostegno delle persone che sono rimaste senza casa: «Al momento nessuno ci ha chiesto aiuto – afferma il primo cittadino –. Ovviamente la nostra disponibilità è massima».
Richieste perizie tecniche
Al proprietario degli appartamenti dichiarati inagibili è stato richiesto di procedere con delle perizie tecniche, a cominciare dalla valutazione della stabilita della soletta che separa l’appartamento al primo piano da quello superiore: «Se sarà giudicata sicura – conclude Palazzini – almeno la coppia del secondo piano potrà rientrare in casa. Per la famiglia che vive nell’appartamento al primo piano, andato completamente distrutto insieme agli effetti personali degli abitanti, i tempi saranno inevitabilmente molto più lunghi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA