«Mercurio nell’acqua, mettete l’oro in frigo»: anziani derubati

TRIBUNALE. A processo due bresciani, l’accusa: finti tecnici dell’acquedotto per razziare denaro e gioielli. I colpi nel 2018 a Calcio, Antegnate e Trescore.

Tecnici dell’acquedotto oppure addetti dell’Enel incaricati di rimodulare il contratto: si presentavano sotto queste mentite spoglie per potersi intrufolare nelle case degli anziani e rubare soldi e gioielli. Tra il febbraio e il maggio del 2018 due uomini avevano colpito tre volte in Bergamasca: a Calcio, Antegnate e Trescore. Due bresciani sono ora alla sbarra, a vario titolo, per i tre episodi con l’accusa di furto aggravato e sostituzione di persona. Si tratta di un 29enne di Manerba del Garda, difeso da Carlotta Vallesi e Stefania Russo, e di un 34enne di Calcinato, assistito da Adriano Spinelli. I due imputati all’udienza di mercoledì 24 gennaio, davanti al giudice Anna Ponsero, non erano presenti. C’erano invece due delle tre vittime. Una, un pensionato sulla soglia degli 88 anni derubato a Calcio, non ha confermato in aula il riconoscimento sull’album fotografico che aveva invece fatto a suo tempo nei confronti del 29enne. L’altra, una donna di Antegnate che a febbraio compirà 80 anni, tra le foto segnaletiche che le se sono state riproposte mercoledì a processo è stata in grado di individuare quella del 29enne, indicandolo come il presunto responsabile.

Spariti da casa 15mila euro

Il colpo più remunerativo per i malviventi è quello messo a segno a Calcio, dove - calcola la famiglia della vittima - sono spariti fedi nuziali, anelli di fidanzamento, orologi, altri monili e denaro per un totale di circa 15mila euro. Per questo episodio è imputato il 29enne, che - per l’accusa - avrebbe agito insieme a un complice rimasto ignoto. Era la mattina del 10 febbraio 2018, quando a casa di una coppia di anziani si presentano due uomini con tute da operai che si qualificano come tecnici incaricati di controllare il contatore dell’acqua. «Uno, magrolino e piccolo di statura, è rimasto fuori con mia moglie, l’altro, robusto, è entrato in casa con me e ha fatto tutto», ha raccontato mercoledì l’anziano a processo. I due fingono di controllare il contatore nel giardino e, tramite l’utilizzo di uno strano strumento, fanno credere che nell’acqua c’è una forte concentrazione di mercurio. In questo modo uno dei due riesce a farsi accompagnare all’interno dell’abitazione, raccomandando ai padroni di casa di sistemare i gioiell in una cassetta e riporla nel frigorifero, al fine di proteggere i preziosi da possibili ossidazioni dovute alle esalazioni di mercurio. Poi chiedono al pensionato di uscire dalla cucina per evitare rischi. L’allarme lo dà la moglie, quando vede uno dei due malviventi allontanarsi dall’abitazione portando con sé la cassetta dei monili.

Ricomprate le fedi ai genitori

«Oltre al valore economico, c’è quello affettivo - ha confidato il figlio delle vittime in corridoio -. Sono spariti gli anelli di fidanzamento, quello della nonna e le fedi nuziali. Queste ultime noi figli le abbiamo fatte rifare e consegnate ai nostri genitori».

Al 29enne i carabinieri risaliranno mediante foto segnaletiche mostrate alle vittime. Quest’ultimo, sempre con un complice rimasto ignoto, è accusato anche del raid del 5 maggio 2018 nell’abitazione della donna di Antegnate, all’epoca 75enne. Qui i malviventi si spacciano per addetti dell’Enel incaricati di rimborsare una quota relativa all’utenza dell’energia elettrica. Con questa scusa riescono a intrufolarsi in casa. Nel pomeriggio, è la contestazione, il 29enne si ripresenta nell’abitazione, da cui spariscono 250 euro e una catenina d’oro del valore di 250 euro.

Il terzo furto, contestato a entrambi gli imputati, a Trescore il 14 marzo 2018. Anche in questo caso i finti tecnici dell’acquedotto, con la scusa del mercurio, convincono una pensionata, all’epoca 77enne (verrà sentita a processo la prossima udienza, il 3 aprile), a riporre nel freezer 200 euro e la fede nuziale, che si volatilizzano insieme ai due.

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