«Nonna, sono in ospedale: mi servono soldi», sventata la truffa telefonica della finta nipote

RAGGIRI. Nonna di 79 anni riceve una telefonata da una donna che si spaccia per la nipote: «Aiutami, sto male e devo pagare due iniezioni costosissime che arrivano dall’estero», ma la vittima non ci casca.

«Nonna aiutami, sono in ospedale, sto malissimo, ho più di 40 di febbre, un’infezione ai polmoni, mi servono i soldi per pagare due iniezioni che vengono dall’estero, costosissime». Questa la telefonata ricevuta ieri mattina da una donna di 79 anni di Calvenzano, nonna di tre nipoti, che però si è accorta in tempo che quella non era la voce di sua nipote e ha sventato la truffa.

La telefonata

«Alle 11,30 mi è suonato il telefono di casa – racconta – e non appena ho detto “pronto” ho sentito una voce rotta dal pianto che mi chiedeva aiuto. “Nonna, nonna, aiutami, scusa se non riesco a parlare bene ma ho l’ossigeno, sono a Bergamo in ospedale, sono intubata, sto malissimo, per guarire devo fare due iniezioni che vengono dall’estero e sono costosissime. Mi servono i soldi, tanti soldi, e anche l’oro”. Io lì per lì, sentendo in lacrime quella che mi sembrava mia nipote, mi sono spaventata. Lei piangeva disperata, io ho tre nipoti che sono la luce dei miei occhi, si metta nei miei panni. Le ho chiesto di farmi parlare con la mamma e lei mi ha detto che non poteva perché stava facendo il tampone. Continuava a piangere e a chiedermi aiuto, a dirmi che le servivano tantissimi soldi, che dovevo prepararli, e di tirar fuori anche tutto l’oro che avevo. Mi ha anche chiesto se ero sola in casa perché sentiva dei rumori. Le ho detto che c’era il nonno ma in quel momento non era lì con me. Poi all’improvviso mi è venuto un dubbio e le ho chiesto: “Perché ti hanno portata a Bergamo se abiti a Milano? Dov’è la mamma? Fammi parlare con lei”. Ma lei continuava a ripetere che era da sola in ospedale, che la mamma stava facendo il tampone, che non aveva soldi e le servivano per fare le iniezioni che l’avrebbero fatta guarire in due giorni. Stavo quasi per cascarci, forse se qualcuno in quel momento avesse bussato alla mia porta sarebbe andata diversamente. Le ho detto che mi sarei fatta accompagnare a Bergamo e lei mi ha risposto che non dovevo chiamare nessuno perché tanto in ospedale non ci avrebbero fatti entrare».

Truffa sventata

Insomma, la truffatrice ha pensato a tutti gli scenari possibili e a ogni tipo di risposta per evitare di farsi scoprire. «Ho passato cinque minuti tremendi – prosegue la signora –, si immagini. Per fortuna alla fine mi sono insospettita e le ho detto: “Ma tu non sei mia nipote, quella non è la sua voce, è una bufala”. E lei mi ha subito messo giù il telefono. Allora ho chiamato mia figlia, che mi ha rassicurato dicendomi che era al lavoro e non era successo niente, poi mi ha chiamato anche mia nipote per dirmi di non preoccuparmi, che stava bene e stava andando a pranzo con il papà. Ho chiamato il 112 e i carabinieri della stazione di Caravaggio per informarli, sono stati molto gentili e mi hanno ringraziato per averli avvertiti, dandomi alcune raccomandazioni. Di truffe del genere ho già letto sui giornali ma in quel momento, le assicuro, ero nel panico. Spero che il mio racconto possa essere d’aiuto per mettere in guardia altri nonni come me».

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