Tenta di rapinare lo scooter a un pony pizza: in manette

ROMANO DI LOMBARDIA . Un 34enne arrestato e scarcerato. Il ragazzo s’è rifugiato a casa del cliente che aveva fatto l’ordine.

Inseguito da un 34enne nigeriano, di stazza non indifferente e completamente ubriaco, che voleva impossessarsi del suo scooter. Se l’è vista brutta il diciottenne impegnato nel servizio di pony pizza domenica sera a Romano. Alla fine il ragazzo è riuscito a ripararsi nell’androne della casa del cliente che aveva ordinato le pizze, mentre il 34enne è stato arrestato dai carabinieri per tentata rapina e danneggiamento aggravato.

Lunedì il giudice Laura Garufi ha convalidato l’arresto e ha disposto la scarcerazione del nigeriano, incensurato e operaio addetto alla manutenzione della autostrade, dopo che durante l’udienza di convalida l’accusa non aveva chiesto alcuna misura cautelare (il giudice non può applicare misure più gravi di quelle invocate dalla Procura).

La ricostruzione della dinamica

Domenica sera il diciottenne stava consegnando delle pizze a domicilio. È sceso dal suo scooter e ha citofonato al cliente. Mentre l’adolescente aspettava che gli aprissero la porta, il 34enne è salito in sella allo scooter del pony pizza. Il ragazzino è stato lesto ad avvicinarsi al suo mezzo e a sfilare le chiavi dal quadro di accensione. Poi si è allontanato, ma il nigeriano lo ha rincorso minacciandolo per farsele dare. Il 18enne ha però trovato rifugio nell’androne del cliente, non appena quest’ultimo ha aperto il portoncino dell’abitazione.

Il 34enne non ha così trovato di meglio che sfogarsi sullo scooter, danneggiandolo dopo averlo gettato a terra e preso a calci. Ieri, in aula, l’uomo ha detto di non ricordarsi nulla perché era annebbiato dall’alcol.

Tramite il suo difensore ha annunciato la volontà di risarcire i danni provocati allo scooter, il che potrebbe valergli l’ottenimento della sospensione condizionale della pena. Se ne riparla in aula il 5 dicembre prossimo, data dell’inizio del processo per direttissima, aggiornato dopo che il legale dell’imputato ha chiesto i termini a difesa, appunto, per dare la possibilità al suo assistito di risarcire la parte offesa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA