Treviglio, addio Ermellina: una vita tra lavoro e famiglia

Il lutto Ermellina Assanelli è morta a 87 anni, era ricoverata all’ospedale di Romano.

Fare memoria di Ermellina Assanelli vedova Monzio Compagnoni significa ripercorrere una vita tra famiglia, attività imprenditoriale e, in gioventù, anche di valida attrice filodrammatica dialettale. Poiché Ermellina fu protagonista a piene lettere nella vita quotidiana di Treviglio.

Nata in città nel 1937, morta a 84 anni all’ospedale di Romano, apparteneva a una famiglia «doc» di Treviglio, sorelle e fratelli tutti cari alla comunità a causa di varie attività, ma soprattutto aveva creato con il marito Franco, protagonista nel mondo del mobile d’arte, una famiglia splendida fra affetti e impegni. Madre di quattro figli (Eros, Fabrizio, Milco, Claudio), ha dedicato loro, come al marito, il meglio di sé: donna semplice, di ingegno e praticità, forte nei sentimenti e nei valori, attenta alle tradizioni, gioiosa nel carattere, felice nel dedicarsi cristianamente al prossimo, era intensamente laboriosa al punto che, defunto il marito nel 2017, lo aveva onorato con l’amore che gli aveva portato, impegnandosi in prima persona nella guida della azienda di mobili, con la collaborazione di un paio di figli. Era stata lei, anni addietro con il marito Franco, a rilevare dai fratelli di quest’ ultimo, le quote della «Fabbrica Mobili d’Arte Monzio Compagnoni», portata poi avanti nel tempo, anche con un buon numero di dipendenti.

Dicevamo della sua attività di attrice dialettale nella «Compagnia di prosa Città di Treviglio», fin dalla fondazione nel 1955: esordì interpretando mirabilmente la protagonista Rusinuna, in un ruolo che pareva studiato per lei in «Süche marùche» e poi in altri testi dialettali trevigliesi, sempre con il suo straordinario brio e sicurezza interpretativa, accompagnata costantemente dal successo cittadino. Una donna che i trevigliesi ricordano con affetto e riconoscenza. Partecipati lunedì i funerali in San Francesco.

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