Morto il chimico Sgamellotti, pioniere del dialogo fra scienza e arte

Addio ad Antonio Sgamellotti, pioniere del dialogo fra scienza e arte protagonista delle ricerche in questo settore a livello internazionale. Si devono a lui, per esempio, le ricerche condotte a Villa Farnesina, presso il Centro Linceo di Ricerca sui Beni Culturali, nelle quali ha identificato il più antico colore artificiale della storia , il ' blu egizio ', negli affreschi di Raffaello . Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei, Sgamellotti è morto a Perugia all'età di 86 anni e nell'Università della stessa città ha insegnato per 35 anni Chimica inorganica e teorica.

Si era laureato in Chimica all'Università Sapienza di Roma e ha collaborato a lungo con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, nel quale ha fatto parte del Comitato nazionale per le Scienze chimiche dal 1988 al 1994 e del Consiglio direttivo a cavallo degli anni 2000. È stato inoltre direttore del Centro 'Calcolo Intensivo in Scienze Molecolarii del Cnr.

"Di un entusiasmo e passione contagiosi, internazionalmente noto, lo rimpiangono le comunità delle scienze dei materiali e delle arti visive , tra le quali ha stabilito un dialogo e un ponte duraturo con creatività visionaria. Inarrivabili le sue doti carismatiche di maestro e organizzatore", rilevano in una nota i colleghi dell'Accademia dei Lincei. "I colleghi che hanno condiviso con lui anche solo parte del loro percorso - prosegue la nota - ereditano straordinari progetti e prospettive nazionali e internazionali da portare avanti".
Chimica inorganica teorica e la sua applicazione rivoluzionaria ai beni culturali sono i due ambiti nei quali si concentra l'eredità culturale di Sgamellotti.

Rilevante, in particolare, il ruolo nel Molab , il Laboratorio Mobile per la ricerca sulle opere d'arte artistici, riconosciuto come infrastruttura di ricerca dall' Unione Europea : grazie ad esso è stato possibile studiare sul posto la composizione chimica di dipinti e affreschi senza danneggiarli. Le ricerche condotte a Villa Farnesina, infine, con l'identificazione del blu egizio nel Trionfo di Galatea di Raffaello hanno svelato dettagli preziosi sulle tecniche pittoriche rinascimentali.

"La sua visione - osservano i Lincei - ha sottolineato l'importanza di un approccio interdisciplinare e di una stretta collaborazione tra storici dell'arte, conservatori e scienziati per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale".

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