Il Sebino ha sete: persi 80 centimetri
in un mese, ma le riserve tengono

Il bacino è ampiamente sotto il riempimento registrato lo scorso anno. L’allarme riguarda tutti i grandi invasi che afferiscono al Po. In un mese il nostro è calato di 80 centimetri. Buizza: non siamo ancora in emergenza.

Tecnicamente si chiama «portata di magra ordinaria», quella che si osserva in questi giorni dai ponti che scavalcano i fiumi o dagli argini, ma i corsi d’acqua svuotati sono «l’anticamera di una situazione di criticità idrica» per tutto il bacino del Po (compresi quindi l’Oglio e l’Adda con i suoi affluenti Brembo e Serio) dove in alcune zone non piove da quasi due mesi. Le portate del principale corso d’acqua italiano sono dimezzate rispetto a un anno fa e si pongono ai livelli del periodo centrale di agosto. A registrarlo è l’osservatorio Anbi (Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue) sulle scorte idriche. Inevitabili le ricadute negative sui laghi, i cui livelli sono in discesa pur con differenze evidenti: Maggiore e Garda restano abbondantemente sopra la media del periodo, mentre Sebino e Lario sono in affanno. In particolare il lago d’Iseo è «assai lontano – registra lo stesso osservatorio – dal riempimento registrato l’anno scorso». «È l’evidente dimostrazione di come, a fronte dei cambiamenti climatici – evidenzia Francesco Vincenzi, neo confermato presidente dell’Anbi – sia necessario aumentare la raccolta delle acque di pioggia attraverso nuovi bacini, nonché l’ottimizzazione di quelli esistenti». Sono diversi i progetti sponsorizzati da Regione Lombardia su cui si sta ragionando anche in provincia di Bergamo, utili in futuro a contrastare i repentini cambiamenti di altezza del Sebino.

Le preoccupazioni espresse dall’Anbi sono confermate anche dai dati registrati quotidianamente dal Consorzio dell’Oglio: il livello del Sebino era a 103 centimetri il 22 giugno, ieri era a 23 centimetri: ha perso 80 centimetri in un mese. E la media del periodo, riferita alle altezze registrate il 22 luglio dal 1933 in avanti, è pari a 73 centimetri: significa che il lago è più basso di mezzo metro rispetto al solito. Il repentino abbassamento era stato messo in conto da Massimo Buizza, direttore del Consorzio, quando a giugno non si era lasciato prendere dal facile entusiasmo: «Basta che smetta di piovere, e il lago si abbasserà velocemente». Così si sta verificando, ma come prima era inutile farsi prendere da facili illusioni adesso non serve fasciarsi la testa: «Non siamo ancora in emergenza, regolando con attenzione l’uscita dell’acqua alla diga di Sarnico stiamo garantendo agli agricoltori di irrigare i campi, alle centrali idroelettriche di produrre energia e al lago di mantenere discrete le proprie condizioni ambientali».

L’ottimismo di Buizza è sostenuto dal bollettino di Arpa Lombardia: «Il totale della riserva idrica invasata nei grandi laghi lombardi, negli invasi artificiali e sotto forma di Swe (la neve ancora presente in montagna, ndr) è invariato rispetto alla settimana precedente (-4,3%) e risulta superiore alla media del periodo 2006-2020 (+13,4%). Per quanto riguarda nello specifico il bacino del fiume Oglio da cui dipende il lago d’Iseo, «il totale attuale della riserva idrica risulta in linea con la media del periodo 2006-2020 (-1,8%). Il volume invasato nel Sebino risulta inferiore alla media (-17,1%) e superiore ai valori minimi (+80,9%)». Sono presenti 22 milioni di metri cubi di neve destinati a sciogliersi nei prossimi giorni, mentre lo scorso anno l’indice Swe era già pari a zero.

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