
Cronaca / Val Calepio e Sebino
Domenica 12 Ottobre 2025
L’Associazione Speleologica Progetto Sebino ricorda Luca Pedrali
IL LUTTO. « Grande è stata la commozione per questa ferale notizia presso gli speleo della nostra associazione poiché aveva collaborato con noi nel 2011 e 2012 come referente per la speleosubacquea».
«Nella giornata di giovedi 9 ottobre durante un’immersione in una grotta Sarda è deceduto lo speleo subacqueo Luca Pedrali originario di Chiari e residente a Salò, nei prossimi giorni la salma verrà traslata a Chiari. Grande è stata la commozione per questa ferale notizia presso gli speleo della nostra associazione poiché aveva collaborato con noi nel 2011 e 2012 come referente per la speleosubacquea». L’Associazione Speleologica Progetto Sebino ha voluto ricordare così Luca Pedrali, morto per un malore in una grotta in Sardegna.
«Vogliamo ricordare le sue immersioni alla sorgente Milesi a Predore, al Sifone Smeraldo nell’Abisso Bueno Fonteno, alla sorgente Tufere a Govine di Pisogne per cercare l’accesso al complesso carsico del Monte Guglielmo. Avventure condivise con la moglie Nadia che aveva la medesima passione».
Luca Pedrali era infatti uno dei pochi speleosub d’Italia, capace di immergersi con le bombole d’ossigeno anche nei laghi sotterranei
Luca Pedrali era infatti uno dei pochi speleosub d’Italia, capace di immergersi con le bombole d’ossigeno anche nei laghi sotterranei, ma il 59enne di Salò giovedì è morto in una grotta della Sardegna in provincia di Nuoro. Il malore che non ha dato scampo a Pedrali si è verificato mentre lo speleosub si trovava a circa cento metri di profondità: pur riuscendo a riemergere, è andato in arresto cardiaco e per lui non c’è stato nulla da fare.
Da quattro anni faceva parte dell’associazione Volontari del Garda, dove operava come sommozzatore e come autista soccorritore. Una dozzina d’anni fa invece sul Sebino si era fatto apprezzare per le sue immersioni a Fonteno e a Pisogne.
Il progetto del 2010
In particolare, nel 2010, era stato coinvolto dall’associazione Progetto Sebino, che quattro anni prima aveva iniziato a esplorare il sistema carsico che si estende fra il lago di Iseo e il lago di Endine. Gli speleologi non riuscivano a superare il sifone «smeraldo», a 451 metri di profondità rispetto all’ingresso, e così avevano chiesto l’intervento del sub bresciano che aveva esplorato l’area immergendosi con la sua attrezzatura; poi Luca Pedrali era tornato a Fonteno per addentrarsi in altre cavità piene d’acqua. «Era uno dei pochi in Italia – raccontano alcuni amici speleologi – che sapeva muoversi in ambiente così ostili: riusciva ad affrontare contemporaneamente le difficoltà della speleologia e quelle delle immersioni subacquee».
Pedrali aveva 59 anni e viveva a Salò con la mogie Nadia Bocchi, che spesso lo seguiva nelle sue avventure e lo aveva accompagnato anche a Fonteno. Il Comune di Chiari, dove era cresciuto, gli aveva assegnato un premio per i suoi meriti sportivi.
«Dopo questa fase in Progetto Sebino egli aveva raccolto sfide via via più importanti arricchendo il suo già vasto curriculum. A tutti noi oggi rimane l’amarezza di non aver proseguito le esplorazioni da lui iniziate con la nostra associazione ma siamo felici di aver condiviso con lui un po’ della nostra storia, certi che la sua allegria e voglia di fare sia stata trasmessa ad altri allievi cresciuti con l’esempio della sua determinazione».
Addio caro Luca, ma soprattutto …buona esplorazione!
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