Le nostre Orobie: lento è bello, anche senza cime. Le nuove frontiere del turismo

Terre Alte Passeggiate nella natura in sicurezza con le guide alpine, ma pure esperienze adrenaliniche. Negli ultimi anni le esigenze dei clienti sono molto cambiate.

Pandemia e vacanze dietro l’angolo han spinto la domanda per escursioni in montagna, e non solo in alta cima: un trend che ha prodotto, di riflesso, anche un chiaro aumento di figure professionali specializzate, fra cui gli accompagnatori di media montagna. I dati forniti dal Collegio regionale delle guide alpine Lombardia parlano chiaro: nella Bergamasca nel 2013 si contavano soltanto 7 accompagnatori di media montagna, con una crescita piuttosto lenta fino al 2019, quando il totale dei professionisti è salito a 9. Poi, post Covid, l’exploit: quest’anno si contano complessivamente 23 accompagnatori riconosciuti sul territorio bergamasco, dato più che triplicato rispetto a dieci anni fa.

Si tratta naturalmente di piccoli volumi: ma la direzione imboccata dalla professione, sempre più in voga, è molto chiara. E a proposito di professione, per diventare accompagnatori di media montagna è necessario seguire un iter formativo ben preciso, con un corso teorico e pratico della durata minima di 60 giorni. Iter che negli ultimi due anni hanno concluso in molti, sia appassionati che scelgono di fare gli accompagnatori come hobby, sia cittadini che sono invece interessati a fare della montagna il proprio unico campo di lavoro.

Nella Bergamasca nel 2013 si contavano soltanto 7 accompagnatori di media montagna, con una crescita piuttosto lenta fino al 2019, quando il totale dei professionisti è salito a 9. Poi, post Covid, l’exploit: quest’anno si contano complessivamente 23 accompagnatori riconosciuti sul territorio bergamasco, dato più che triplicato rispetto a dieci anni fa

«Io mi sono diplomata due anni fa, insieme ad un’altra trentina di corsisti – racconta Elena Arrighetti, 32 anni, di Bossico – e dai riscontri che ho sono tutti più che soddisfatti dell’attività. Un’attività che, nel mio caso, non svolgo in maniera esclusiva, essendo soprattutto un architetto. Ma la passione per la montagna e la voglia di mostrare il mio territorio mi han spinto ad avvicinarmi ad una professione che si sta rivelando sempre più apprezzata».

Ma chi si rivolge all’accompagnatore di media montagna? «Sono soprattutto persone inesperte, famiglie o singoli che desiderano fare escursioni non tanto per agonismo, quanto per godersi il territorio – precisa Arrighetti –. Per minimizzare i rischi si rifanno a noi, e ne approfittano anche per avere informazioni di storia, geologia, botanica. Insomma, è proprio un’esperienza a tutto tondo per conoscere la montagna».

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Ruggero Andreoli è invece una guida alpina: a differenza degli accompagnatori di media montagna, le guide – che nella Bergamasca sono complessivamente 21, stesso dato del 2013 – possono accompagnare gli appassionati anche su ghiaccio, in ascensioni sci alpinistiche o in escursioni sciistiche, oltre a proporre esperienze di canyoning sui torrenti. Ed è proprio quello che fa Andreoli, di Lovere: «Più che sulle cime, negli ultimi anni mi sono buttato proprio sul canyoning, specialmente sul Sebino, in Val Seriana e in Val Camonica – racconta lui -. Un settore che piace molto, sia a locali che ai turisti sempre più in cerca di emozioni adrenaliniche. La stagione 2022 a questo proposito è partita un poco in sordina, ci manca ancora qualche turista straniero: non che non ce ne siano sul territorio, ma è probabile che la spesa per la vacanza si sia ridotta e le famiglie abbiano tagliato sulle escursioni».

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