
Cronaca / Val Calepio e Sebino
Lunedì 25 Agosto 2025
Pesce siluro, la sua voracità mette in crisi i pescatori
SUL LAGO D’ISEO. Appassionati a mani vuote: meno sardine, alborelle sparite. Uno studio rivela che questo predatore è una minaccia per le altre specie.
«Nel lago d’Iseo non ci sono più pesci; noi non peschiamo più niente». Ad affermarlo in maniera perentoria sono alcuni pescatori che, dopo aver lasciato le canne da pesca a casa, osservano un loro collega che prova a gettare l’amo nella zona del fiume Borlezza, a Castro. Anche lui, dice, non ha preso niente.
Male la pesca delle sardine
A giugno la pesca alle sardine è stata molto deludente, come quella del 2024; dal lontano 2011 c’è il divieto di pescare le alborelle: la misura era stata introdotta per favorire il ripopolamento, ma di fatto questo pesce non c’è più (il divieto viene rinnovato ogni tre anni: quello attuale scadrà il 30 giugno 2026) a parte qualche sparuto banco. Le specie tipiche del lago d’Iseo sono, ma forse sarebbe meglio dire erano, tinca, anguilla, cavedano, luccio e sardine; oggi si pescano pochi persici e qualche cavedano, questi ultimi grazie ai piani di ripopolamento che prevedono la liberazione dei loro avannotti nel lago.
Trovare le cause di questo fenomeno non è semplice, ma almeno su una tutti i pescatori sono d’accordo: il pesce siluro. Questo predatore è stato introdotto illegalmente nel Sebino ormai una quarantina di anni fa, ma è diventato un problema 12-15 anni fa, quando la sua presenza è diventata stabile e ha iniziato a fare concorrenza alle altre specie. Gli esemplari mostruosi spesso finiscono sulle pagine dei giornali: Gianni Gaioni di Pizzo di Costa Volpino ne ha catturati diversi, uno da 40 chili lungo 180 centimetri, uno da 60 chili lungo addirittura due metri. Ma ora c’è un documento contenente cifre e statistiche ufficiali: è quello pubblicato dalle «Torbiere del lago d’Iseo» e realizzato da «Graia», una società varesina specializzata in consulenza ambientale, che ha seguito passo passo le attività effettuate nel 2023 e nel 2024 grazie a un piano di contenimento finanziato dalla Regione che si concluderà quest’anno.
Per catturarlo, sono state adottate due tecniche diverse: pesca subacquea, con sommozzatori che si sono immersi nel lago tra maggio e luglio, e pesca con elettrostorditori. Tra il 2023 e il 2024 sono stati catturati complessivamente oltre 500 siluri per quasi quattro tonnellate di peso; nel 2023 l’esemplare di dimensioni maggiori era lungo 147 centimetri e pesava poco più di 30 chilogrammi; quello del 2024 150 centimetri per 28 chili di peso.
Le abitudini alimentari del pesce siluro
«L’indole aggressiva, la forte pressione predatoria che esercita sulle specie autoctone e la notevole prolificità, costituiscono fattori di minaccia per le comunità indigene»
Nello studio elaborato dalla società «Graia» vengono illustrate anche le abitudini alimentari del pesce siluro: nei fiumi sono già stati osservati casi di cannibalismo, mentre uno studio effettuato nel fiume Po ha evidenziato che «per individui con dimensioni superiori a 32 centimetri il regime alimentare risulta quasi esclusivamente basato su altri pesci». Il fabbisogno alimentare giornaliero per i giovani è stimato «pari al 10% del proprio peso corporeo, mentre per gli adulti è pari al 2-3%: ne consegue che in un anno un siluro adulto preda circa 7-10 volte il proprio peso». La relazione prosegue: «L’indole aggressiva, la forte pressione predatoria che esercita sulle specie autoctone e la notevole prolificità, costituiscono fattori di minaccia per le comunità indigene».
È questa la ragione per cui nel bacino del Po, a cui fanno riferimento anche il lago d’Iseo e il fiume Oglio, oltre a essere vietata la reimmissione in caso di cattura, la Regione Lombardia sostiene attività di contenimento come il progetto che ha riguardato le «Torbiere»; l’augurio dei pescatori bergamaschi è che l’impegno del Pirellone venga rinnovato anche per il prossimo triennio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA