Protezione civile nel Sebino: si rinnova il patto per la cura del territorio

Ambiente. Terminata la maxi esercitazione provinciale Ana che ha impegnato 750 volontari: 38 anni fa i primi interventi di prevenzione contro il rischio idrogeologico.

È iniziato tutto da qui, 38 anni fa. Da questa terra che s’affaccia sul lago d’Iseo, dagli sguardi di questa gente che guarda dritta l’altra sponda senza vedere campanili ma solo modi per essere d’aiuto. E da qui, nei giorni scorsi, è ripartito tutto. La macchina della Protezione civile Ana ha rimesso in moto i suoi motori lo scorso fine settimana, con la prima vera maxi esercitazione dopo due anni abbondanti d’interruzione causa Covid: il secondo raggruppamento Lombardia- Emilia Romagna ha radunato nel Basso Sebino 750 volontari da due regioni per tornare a formare e addestrare uomini e donne, sentinelle del territorio in grado di intervenire di fronte a qualsiasi emergenza o calamità naturale.

L’esercitazione del 1984

I volontari si sono mossi con un duplice obiettivo: riprendere l’addestramento costante, necessario per agire tempestivamente in caso di alluvioni, terremoti, pandemie, ma anche tornare a fare opere di prevenzione del rischio, sporcandosi – come sempre – le mani. Dodici i Comuni (tutti quelli del Basso Sebino) su cui sono state coordinate le operazioni svolte da venerdì a ieri, 32 i cantieri su cui i volontari sono intervenuti, 750 gli operatori – di cui circa 450 bergamaschi – arrivati per prendere parte all’esercitazione, che ha avuto Credaro e la località San Fermo come campo base per muoversi su tutto il Basso lago d’Iseo. Non una zona qualsiasi, per la Protezione civile Ana di Bergamo, che ha coordinato l’operazione: «La prima esercitazione, anche se rudimentale, della storia dell’Ana Bergamo è avvenuta proprio sul Basso Sebino: era il 7 ottobre del 1984 – ha ricordato ieri al termine dell’esercitazione Adriana Bellini, sindaca di Credaro e presidente della Comunità montana dei laghi bergamaschi -. Qualcuno dei volontari oggi presenti c’era già allora, e c’è ancora, dopo quasi 40 anni. Per questo i nostri dodici Comuni hanno voluto così fortemente che la prima esercitazione post pandemia, chiamiamola pure l’edizione della rinascita, si tenesse qui, su un territorio così operoso, denso di volontari, di persone che non sanno tirarsi indietro. A loro, anche oggi, va il nostro grazie più profondo».

Un lavoro certosino

Un ringraziamento che è arrivato al termine di due giorni trascorsi sul fronte della mitigazione del rischio idrogeologico, tema caldo del territorio lacustre tornato tristemente d’attualità dopo le recenti alluvioni nelle Marche: i volontari hanno ripulito i torrenti Uria, Guerna, i reticoli minori, le vallette laterali occupandosi anche di alcune zone critiche per possibili crolli di strade. Un lavoro certosino, per cui gli uomini e donne della Protezione civile Ana sono stati ringraziati pubblicamente a Credaro, da tutti gli amministratori presenti, con in testa i sindaci proprio del Basso lago. «Lo spirito di servizio delle penne nere arriva direttamente al cuore – ha detto Massimo Cocchi, delegato della provincia di Bergamo alla Protezione civile -. Ed è inutile nascondersi: a volte il loro servizio è reso indispensabile proprio dalle manchevolezze di noi amministratori». E se il parroco di Credaro don Giovanni Lombarda al termine della Messa celebrata al campo base si è detto certo che «il paradiso sia pieno zeppo di alpini», il presidente dell’Ana di Bergamo Giorgio Sonzogni, dopo aver conferito un riconoscimento speciale alla storica guida del gruppo alpini di Credaro Battista Bellini, ha parlato di miracolo: «Nel 2022, dopo due anni abbondanti di pandemia, trovare ancora 750 persone disposte volontariamente a mettersi in gioco per il territorio non può che essere un vero e proprio miracolo. Un fatto straordinario di cui andiamo estremamente fieri»

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