Sebino, l’impegno di Marta e Carlo contro lo spreco alimentare: marmellate con la frutta caduta dagli alberi

La storia. I due amici si sono messi a disposizione per raccogliere la frutta caduta dagli alberi e che viene lasciata a terra. «In cambio? Marmellate».

Quelle ciliegie rosso fuoco miseramente schiacciate a terra. Per non dire dei fichi caduti dall’albero e destinati a non far felice alcun palato. Senza contare le more di gelso mai raccolte, lì desolate a fare la muffa.

Per Marta e Carlo scenari da non rivedere mai più, un colpo al loro cuore abituato a zuccheri (buoni) e torte fatte in casa. E così i due amici sebini - lei, Marta Castano, 31 anni, è di Tavernola; lui, Carlo Duci, 35 anni, vive a Foresto Sparso - hanno deciso di prendere l’iniziativa. E proporre alla «gente del lago» di affidarsi a loro, pur di non buttare al macero la frutta in eccesso, quella che non si ha voglia, tempo, energia per raccogliere.

«Si vedono spesso alberi raccolti a metà, frutta per terra schiacciata da qualche auto: un vero e proprio spreco alimentare che non può e non dovrebbe essere concesso – racconta Marta –. Io e Carlo siamo dei grandi appassionati di marmellate e conserve, una passione che abbiamo ereditato dalla nostra famiglia. E così è nata l’idea di proporci alla comunità come raccoglitori di frutta. Sia chiaro, non è una professione o un business, non intendiamo lucrare su nulla: abbiamo entrambi un lavoro, io come addetta nel settore della gomma, Carlo come consulente energetico. Vogliamo solo essere utili, sia per ridurre gli sprechi sia per aiutare chi ha alberi da frutto ma non riesce a raccogliere tutta la produzione».

Carlo e Marta, nei ritagli di tempo post-lavoro, arrivano dai fortunati proprietari di alberi, raccolgono tutto quello che c’è da raccogliere, e se ne tornano a casa col bottino. Bottino che, forti della loro esperienza, trasformano in ottime marmellate e conserve: una parte delle delizie da spalmare se la tengono loro – «La regaliamo ad amici a parenti, o ce la mangiamo» confessa Marta - e una parte la riconsegnano ai proprietari di tutta quella frutta che, senza il loro intervento, sarebbe andata a male

Funziona così: chi vuole avvalersi dell’aiuto dei due amici, si rivolge a loro con una semplice telefonata. Carlo e Marta, nei ritagli di tempo post-lavoro, arrivano dai fortunati proprietari di alberi, raccolgono tutto quello che c’è da raccogliere, e se ne tornano a casa col bottino. Bottino che, forti della loro esperienza, trasformano in ottime marmellate e conserve: una parte delle delizie da spalmare se la tengono loro – «La regaliamo ad amici a parenti, o ce la mangiamo» confessa Marta - e una parte la riconsegnano ai proprietari di tutta quella frutta che, senza il loro intervento, sarebbe andata a male.

Un’attività che i due hanno iniziato a proporre dalla scorsa primavera, con qualche volantino fatto girare sui social e nei bar della zona, coniando per l’occasione pure un nome adatto al duo. Gli amici si fanno infatti chiamare I Calandrù: «La mia famiglia è originaria della Basilicata, e le ore trascorse con mia nonna a fare marmellate sono uno dei miei ricordi più preziosi – racconta la 31enne -. Lei in dialetto chiamava calandrù tutti quei ragazzi che andavano nei campi a rubare la frutta: e quel nome mi ha sempre fatto simpatia, tanto da utilizzarlo per il nostro team».

Da quando è partita, l’iniziativa dei raccoglitori di frutta (per contattarli: 345.4602537) ha già fatto incassare qualche piccola prima soddisfazione: i due amici sono stati contattati da cittadini lacustri, soprattutto anziani, per raccogliere prugne, pesche, fichi. Anziani ripagati con una cinquantina di barattoli di marmellata, graditissima. «Ma siamo disposti anche ad andare oltre il lago, dovunque ci sia da evitare un triste spreco. Anche perché a settembre arriveranno le pere, e le nostre conserve alle pere sono una bomba: guai a perdersele».

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