Sebino, l’«isola» di tronchi scende verso il Basso lago

PREDORE. I tre battelli spazzini sono ancora impegnati alla foce dell’Oglio. Il rischio che i detriti arrivino alla diga di Sarnico. Raccolte finora 250 tonnellate di ramaglie.

Un isolotto galleggiante fatto di tronchi, ramaglie, pezzi di corteccia e radici di alberi, segatura, un po’ di plastica e detriti vari. Se venerdì si era arenato nell’insenatura del Bogn tra Castro e Riva di Solto, sabato 4 novembre aveva già superato il Corno di Tavernola, per poi riprendere a «navigare» verso il basso lago, trasportato dalle correnti.

«Mai visti i detriti così a sud»

«Mai visto tanto materiale arrivare a Predore tutto insieme», è il commento di chi, da decenni, vive il lago e di tempeste ne ha viste a iosa. Potrebbe fermarsi a tratti nelle insenature lungo la litoranea tra Predore e Sarnico, così come potrebbe arrivare a Sarnico e, nello scenario peggiore, fermarsi tra il poco spazio rimasto tra l’acqua e il ponte, oppure proseguire la sua discesa fino alla traversa fluviale. E a quel punto, cosa succederebbe?

I battelli spazzini a Costa Volpino

Al momento però i tre battelli spazzini in dotazione per recuperare la maggior parte del materiale trascinato a valle dall’Oglio. sono al lavoro nella zona di Costa Volpino. Giorni di lavoro frenetico, che per ora hanno permesso di raccogliere oltre 250 tonnellate di legname galleggiante.

I detriti arrivati a Predore. Video di Claudia Mangili

La diga Fosio e il rischio «tappo»

C’è chi dice sia improbabile che l’isolotto galleggiante di fronte a Predore possa arrivare al ponte e poi alla diga di Fosio a Sarnico (cosa per altro mai successa, a detta di chi ha memoria storica), ma nella peggiore delle ipotesi una volta superato il ponte di Paratico-Sarnico, nell’eventualità in cui non si formi un «tappo» tra una campata e l’altra, sarebbe impossibile intervenire con i battelli spazzino. A quel punto andrebbe lasciata aperta solamente una paratoia della traversa, per far defluire a valle della diga il materiale, che però potrebbe creare problemi non solo alle centraline idroelettriche, ma anche ai ponti presenti l’ungo l’asta dell’Oglio emissario.

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