Tragedia nel canale, a Cividino l’ultimo abbraccio a Cristian Pasqua

Castelli Calepio Martedì 14 giugno la comunità di Cividino di Castelli Calepio ha dato l’addio a Cristian Pasqua, il 30enne annegato sabato pomeriggio nel canale accanto al fiume Oglio, a pochi passi da dove abitava.

Martedì 14 giugno la comunità di Cividino di Castelli Calepio ha dato l’addio a Cristian Pasqua, il 30enne annegato sabato pomeriggio nel canale accanto al fiume Oglio, a pochi passi da dove abitava. Un incidente che ha sconvolto i familiari (papà Adriano che era intervenuto per cercare di salvarlo, la mamma Giovanna e il fratello maggiore Alessandro), i tanti amici e i colleghi della Lactis di Albano dove lavorava.

Un centinaio di persone ha riempito la chiesa parrocchiale di Cividino per i funerali celebrati dal parroco don Emilio Belotti, che in un passaggio dell’omelia ha detto: «Pasqua è il suo cognome, ma per noi cristiani evoca il passaggio dalla morte nuovamente alla vita. E in questo viaggio è accompagnato da Dio». Dopo la Messa il feretro è partito per il tempio crematorio, poi ci sarà la sepoltura nel cimitero di Cividino-Quintano.

Il dramma nel canale sotto casa

Il padre Adriano è infatti un volontario attivo nel centro parrocchiale ed è apprezzato da tutti i compaesani, così come la madre Giovanna. Proprio lui, insieme al fratello Giulio, aveva cercato con tutte le sue forze di rianimare il figlio dopo averlo estratto dalle acque del canale che corre parallelo al fiume Oglio. Cristian, che aveva anche il brevetto per le immersioni, si era tuffato, non aveva paura perché lì era cresciuto e si sentiva a casa. Il padre, che si trovava tra l’abitazione e il canale, non l’aveva visto risalire e si era precipitato a soccorrerlo. Si era procurato un taglio in testa, ma era riuscito a portarlo fuori dall’acqua con l’aiuto del fratello e del custode del vicino santuario. Tutti i tentativi sono stati però vani, poiché anche dopo l’arrivo della Croce Rossa di Palazzolo, dei pompieri e dei sommozzatori, il medico giunto con l’eliambulanza non aveva potuto far altro che constatare il decesso.

L’amore per la natura e le foto

Di Cristian rimangono i ricordi: la sua gentilezza, cortesia, disponibilità e determinazione erano, racconta chi lo conosceva, le doti che più lo caratterizzavano. Rimangono anche le sue fotografie, in particolare alcune istantanee davvero straordinarie che con la sua reflex Nikon aveva scattato a paesaggi un po’ in tutta la zona, soprattutto tra Castelli Calepio e Palazzolo. E poi ci sono gli uccelli, una passione che lo ha accompagnato per anni, tanto che le foto dei volatili erano diventate la sua specialità. Amava pescare, ma rispettava profondamente l’ambiente in cui viveva; spesso segnalava rifiuti abbandonati e comportamenti incivili degli avventori del fiume. Era anche un appassionato di meteorologia, nella quale si dilettava a casa, studiando il tempo atmosferico e cercando talvolta di fare previsioni.

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