Turismo slow, i borghi rifioriscono con i «Cammini»

IL FENOMENO. Creati un anno fa, lungo la Via Decia e il «Tre laghi» nascono iniziative e attività. Sull’Alta Via delle Grazie molti stranieri da tutta Europa.

Per stare nella natura o per devozione, da soli o in gruppo: i cammini bergamaschi attirano sempre più persone, anche da fuori Italia, e in tutte le stagioni. L’Alta Via delle Grazie, unica via di pellegrinaggio, ha sette anni di storia, mentre la scalvina Via Decia e il Cammino Tre laghi tra Sebino e Val Cavallina si avvicinano al primo compleanno festeggiando numeri importanti e guardando al futuro con prospettive rosee.

Via Decia

L’anello di 95 km che unisce i paesi della Valle di Scalve, con partenza e arrivo da Darfo, è stato percorso da persone provenienti anche da Belgio e Olanda. «È difficile quantificare le presenze, perché pochi acquistano le credenziali – spiega Domenico Belingheri, presidente del Cai Valle di Scalve, promotore del progetto –. Tanti vengono per singole tappe in giornate diverse, per lo più dalle province di Bergamo e Brescia. C’è stata anche una coppia con una persona cieca che ha affrontato l’intero Cammino con il cane guida. Una scuola di Vimercate è venuta per quattro giorni a Schilpario e si è data da fare sulla Via Decia, contribuendo anche alla segnaletica». Nei prossimi tre anni il progetto potrà crescere ancor di più grazie a un contributo di 1,3 milioni di euro ottenuto dal ministero del Turismo: servizi lungo il percorso, toilette a Vilminore e un marciapiede a Schilpario, ma non solo. «I fondi sono destinati anche a marketing e comunicazione e alla realizzazione di eventi culturali. Il primo fine settimana di agosto avremo un Festival della Via Decia, con musica, incontri con autori e camminate di gruppo lungo il percorso».

Cammino Tre laghi

Al pari della Via Decia è stato da poco accolto sul portale «Cammini d’Italia» anche il Cammino Tre laghi, anello che parte e arriva a Sovere, passando per la Collina e Bossico. «Gli escursionisti sono in crescita – spiega Rudi Bianchi, promotore del progetto insieme alla figlia Sara –. A dicembre avevamo venduto 100 credenziali, ora siamo a 500. Qualcuno viene in tenda, molti chiedono strutture che ospitino anche i cani. L’interesse è grande, anche grazie alla partnership con Visit Lake Iseo». Con possibili criticità per l’ospitalità. «Ci sono già ostelli, b&b e alberghi, ma cerchiamo altre strutture per implementare la rete. C’è il problema che in estate le strutture ricettive si riempiono per il turismo straniero sul lago. La richiesta per il Cammino è alta: ad aprile le strutture di Sovere sono già piene».

Alta via delle Grazie

Sul tema dell’ospitalità ha ottenuto invece un riconoscimento importante l’Alta Via delle Grazie, cammino devozionale di 271 km che si apre e chiude a Bergamo e permette di passare da 18 Santuari mariani tra Val Seriana e Alto Sebino. «Il Cammino propone un’accoglienza su misura per i pellegrini, con diverse strutture che ospitano per un’offerta libera – spiega Gabriella Castelli, che nel 2018 ha dato vita al cammino insieme a Giovanni Battista Merelli –. Abbiamo i monasteri, come quelli delle Clarisse a Lovere e delle Orsoline a Gandino, ma anche la parrocchiale di Fiobbio e la Casa del pellegrino ad Ardesio. Qualche giorno fa il portale “Cammini d’Italia” ha citato l’Alta Via delle Grazie come esempio di ospitalità su misura sul modello di Santiago». Il Cammino viene percorso annualmente da un migliaio di persone: «Tanti stranieri, che arrivano a Orio dalla Spagna e dal Nord Europa. Tra le persone che vengono a camminare da sole, tante sono donne». Passando per la Val de Gru, sopra l’abitato di Gazzaniga, i pellegrini possono incontrare l’eremita Antonio Martinell i, che dona a quanti lo desiderano uno dei bastoni da lui creati con incise le iniziali. Domenica 7 aprile l’Alta Via delle Grazie verrà presentata in Seminario, in un giornata dedicata ai coordinatori dei Cre di tutta la Diocesi.

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