Cade nel falò acceso per bruciare foglie, muore pensionato di 72 anni

Mosè Pesenti, di San Paolo d’Argon, si muoveva su una sedia a rotelle, ha riportato gravi bruciature alle gambe e all’addome: è morto il 19 dicembre all’ospedale Niguarda. Lunedì 27 dicembre l’ultimo saluto a Zogno, suo paese d’origine.

Aveva acceso un falò nel giardino antistante casa, per bruciare delle foglie secche, ma all’improvviso si è trovato avvolto dalle fiamme. Caduto dalla sua sedia a rotelle non ha potuto sfuggire al fuoco e ha riportato ustioni di secondo e terzo grado alle gambe e all’addome che si sono rivelate fatali. La vittima si chiamava Mosè Pesenti, 72 anni originario di Zogno e abitava da tempo a San Paolo d’Argon.

L’infortunio domestico è accaduto venerdì 17 dicembre nel comune di residenza, ma la notizia si è appresa solamente nelle ultime ore. L’anziano viveva solo, da anni, nella sua abitazione, nel vicolo Leopardi al civico 5. Era seguito dai servizi sociali per via della difficoltà della deambulazione, dovuta a un problema alle anche.

Tradito da un gradino

L’incidente è successo poco dopo le 14, l’uomo ha acceso il fuoco nel giardino, come era solito fare per smaltire il fogliame in eccesso. Stando ai primi accertamenti, un piccolo dislivello tra la pavimentazione esterna della casa e il prato lo avrebbe tradito, il 72enne sarebbe scivolato dalla sedia a rotelle per poi piombare nelle fiamme. Non si esclude comunque un’altra ipotesi della dinamica.

La coperta in materiale sintetico che l’uomo aveva addosso per ripararsi dal freddo, avrebbe preso fuoco rapidamente provocandogli ustioni sul 40 per cento del corpo.

Un vicino di casa ha sentito le urla disperate del pensionato ed è accorso nel tentativo di portarlo in salvo. È entrato nella proprietà dal cancello laterale e ha spento il fuoco con una canna dell’acqua che ha trovato nel giardino.

Mosè Pesenti era cosciente, pur in gravi condizioni. Il vicino ha lanciato l’allarme chiedendo soccorsi. Sul posto i vigili del fuoco, il 118 e le pattuglie della Polizia dei colli per gli accertamenti. Il 72enne è stato medicato sul posto e fin dall’inizio le sue condizioni sono sembrate molto gravi. Infine la corsa in ospedale, al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, per i primi controlli, poi il trasferimento al Niguarda di Milano dove è avvenuto il decesso, nel primo pomeriggio di domenica 19 dicembre, a distanza di due giorni dall’infortunio.

L’ultimo saluto è stato fissato per oggi alle 15 nella parrocchiale di Zogno, paese di cui era nativo. Il corpo verrà fatto cremare nel Milanese e poi sarà portato al cimitero di Zogno.

«Un gigante buono»

Mosè Pesenti era nato il 16 marzo del 1949. Era in pensione da alcuni anni, aveva lavorato come operaio in una ditta di Entratico, che commercializza biciclette.

La famiglia vuole fare chiarezza su dinamica e cause del tragico incidente. «Non sappiamo di preciso cosa sia successo - riferisce il nipote Marco - le ustioni hanno interessato solo parte del corpo, dall’addome in giù, quindi potrebbe non esser caduto dalla sedia a rotelle. Conosceva molto bene casa sua e mi sembra strano che non sapesse che ci fosse un salto tra il balcone e il prato del giardino. Andremo a casa e verificheremo cosa è accaduto». Il nipote ha ricordato lo zio come «un gigante buono, anche se dal carattere burbero. Era separato senza figli, in pensione da diversi anni. Era sulla sedia a rotelle per un problema alle anche, non si poteva operare. Deambulava con difficoltà: quando era in casa non usava la sedia a rotelle, all’esterno sì».

Mosè Pesenti era molto conosciuto nella zona dai vicini di casa, tra vicolo Leopardi e via Tasso: «Viveva da solo da diversi anni, da quando si era separato – racconta uno dei vicini –. Era sulla sedia a rotelle da qualche anno, e cercavamo di aiutarlo nella quotidianità, la mattina controllavamo sempre se la luce di casa fosse accesa. Quanto gli è successo ha dell’incredibile, è stata proprio una morte orrenda».

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