Carona, al rifugio Calvi tre giovani gestori. «Meglio qui della città»

LA SCELTA. Dopo 70 anni la guida non sarà bergamasca. Loro hanno 23, 26 e 31 anni, arrivano dal Milanese e già lavorano in una struttura montana in Valle Spluga.

Carona

«O adesso o mai più», dicono quasi in coro. «La montagna, molto meglio della città. Fare i rifugisti è una scelta di vita coraggiosa, fatta di sacrifici, ne siamo consapevoli. Ma siamo contenti e non vediamo l’ora di iniziare anche questa avventura».

Loro sono Federico Pessina, 26 anni, originario di Paderno Dugnano (Milano), Luca Cattaneo, universitario 23enne di Bovisio Masciago (Monza Brianza) e Matteo Corrain, 31 anni, di Bresso (Milano), laureato in fisica: sono i tre giovani che dal 1° gennaio prenderanno in gestione (tre anni più tre di rinnovo) lo storico rifugio Calvi di Carona, lasciato dopo quattro anni da Andrea Berera ed Elisa Calegari. Si sono aggiudicati il bando del Cai di Bergmo, proprietario del rifugio, a cui erano arrivate otto candidature.

«Siamo stati in passato anche al rifugio Calvi, per alcune escursioni in quella zona. L’esperienza al rifugio Chiavenna continuerà, ci divideremo tra i due rifugi»

Arrivano dalla città ma l’esperienza e la passione per la montagna non gli mancano. Federico Pessina, subito dopo il diploma di maturità, ha iniziato a lavorare nei rifugi valtellinesi, finché a soli 23 anni, è diventato uno dei più giovani rifugisti d’Italia, prendendo la guida del Chiavenna, in Valle Spluga (Sondrio). Gestione a cui si sono poi aggiunti i due amici, Luca e Matteo. «Arriviamo tutti da famiglie che amano la montagna - dice Federico - e fin da ragazzi la frequentiamo. Siamo stati in passato anche al rifugio Calvi, per alcune escursioni in quella zona. L’esperienza al rifugio Chiavenna continuerà, ci divideremo tra i due rifugi. Io sarò al Calvi soprattutto nel periodo invernale, mentre in estate ci saranno Matteo e Luca».

«Siamo giovani e ci piace la montagna. Sappiamo che ci vuole sacrificio ma la montagna regala anche sensazioni bellissime, incontri con la gente, opportunità. Ora possiamo farlo, o adesso o mai più», dicono insieme. I tre giovani che arrivano dal Milanese e dalla Brianza saranno i primi gestori non bergamaschi da almeno una settantina d’anni, ovvero dagli anni Cinquanta del secolo scorso.

La storia del «Calvi»

Il rifugio Calvi venne costruito nel 1935 e intitolato ai quattro fratelli Calvi di Piazza Brembana morti durante la Prima Guerra mondiale. Venne poi ristrutturato nel 1982 e inaugurato nella nuova veste nel 1984. In questi decenni si sono alternati quasi sempre gestori della valle, soprattutto di Carona, ma anche qualche gestore della Val Seriana. Nei primi anni, dopo la costruzione, pare fosse stato gestito da una famiglia del Trentino Alto Adige. Poi solo bergamaschi.

«Al bando sono arrivate otto candidature - dice Donato Musci, responsabile della commissione rifugi del Cai di Bergamo - ma nessuno dalla Valle Brembana. C’erano poi candidature di chi diceva di “voler cambiare vita” ma alle spalle non aveva esperienza in montagna. La gestione del rifugio Calvi non è facile. È uno dei nostri rifugi storici e più frequentati. La scelta unanime, quindi, è caduta sui tre giovani che già gestiscono il rifugio Chiavenna, ci hanno fatto un’ottima impressione. Nell’assegnare la gestione dei nostri rifugi c’è sempre particolare attenzione alle candidature del territorio, ma in questo caso si è preferito, da parte di tutti, una scelta diversa».

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