Le stazioni sciistiche: attendiamo ancora i ristori e le regole per aprire

Il presidente degli impiantisti: nessun aiuto, e se vi sarà obbligo di green pass non potremo controllare.

Ancora nessun ristoro e l’incognita sulle regole da seguire. A 80 giorni dalla data canonica di apertura della stagione sciistica gli operatori del settore brancolano abbastanza nel buio. I pluriannunciati aiuti per la stagione annullata, last minute, lo scorso gennaio, non sono ancora arrivati. Per la Lombardia sono attesi circa 40 milioni di euro, saranno calcolati, per ogni stazione sciistica, sulla media degli ultimi tre fatturati. E sulle regole per aprire a dicembre pare non vi siano ancora certezze.

Così non tutte le stazioni sci hanno fatto la prevendita degli skipass stagionali. L’apertura, a differenza dello scorso anno (più volte annunciata e poi bloccata a meno di 24 ore dall’avvio), comunque, dovrebbe essere sicura. Si tratta di capire con quali risorse e soprattutto con quali limitazioni.

«A oggi non abbiamo ricevuto nemmeno un euro - dice Massimo Fossati, presidente lombardo dell’Associazione nazionale esercenti funiviari e amministratore di Itb Valtorta - Piani di Bobbio -. Non sappiamo neppure quali sono le modalità di richiesta degli aiuti. L’iter per far arrivare i fondi, comunque, dovrebbe essere a buon punto».

Preoccupa, però, anche quelle che potrebbero essere le restrizioni di accesso agli impianti. La scorsa stagione, dopo i tavoli tecnici tra Comitato tecnico scientifico, Regioni e impiantisti, di fatto la capienza dei comprensori venne ridotta al 30 o al 50%. Ma, poi, al momento di accendere il bottone delle seggiovie, tutto venne bloccato.

L’ultima ordinanza del ministero della Salute (fine agosto) in merito a trasporto pubblico, impianti e funivie, consente un utilizzo con capienza al 100% delle seggiovie, con l’uso obbligatorio della mascherina. La portata è ridotta al 50% per cabinovie e funivie, nessuna limitazione per le sciovie. L’ordinanza raccomanda poi il distanziamento di un metro nelle stazioni sciistiche, nei pressi delle partenze, e per l’accesso agli impianti. L’incognita è rappresentata dall’eventuale introduzione del Green pass per poter accedere alle seggiovie, ipotesi al vaglio del ministero.

«Ma attendiamo regole ad hoc per il nostro settore - continua Fossati -. La portata delle seggiovie deve restare al 100%, diversamente sarebbe devastante per noi, così come non può esserci un contingentamento della capienza complessiva del comprensorio. Quello che possiamo accettare, eventualmente, potrebbe essere l’obbligatorietà del green pass per accedere alle seggiovie, ma senza che vi sia da parte nostra la necessità del controllo . La responsabilità unica deve restare a carico dello sciatore. Se trovato senza certificazione verde dovrà essere solo lui a pagare. Noi non possiamo controllare agli accessi anche i Green pass. Vorrebbe dire creare code e assembramenti». Quello che anche nelle normative che si erano fissate lo scorso anno si cercava di evitare. Cercando, peraltro, di favorire vendite online degli skipass e casse automatiche. Modalità che, molto probabilmente, resteranno anche quest’anno.

«L’auspicio fondamentale è che il settore possa finalmente ripartire - conclude il presidente di Anef Lombardia -. Diversamente vorrebbe dire affossare definitivamente un settore già penalizzato da due stagioni». Tutte le stazioni sci orobiche si dicono pronte a ripartire non appena si sapranno le regole. Unica stazione ancora al palo, per il quarto anno, San Simone di Valleve.

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