Lotta al bostrico, Branzi capofila: verrà piantumato l’abete di Douglas

L’EMERGENZA. Con 300 ettari malati è il paese più colpito. L’assessore Beduschi: sarà area campione dove sperimenteremo una nuova conifera.

Branzi territorio dove sperimentare la lotta al bostrico. Con l’esbosco e la ripiantumazione, su un’area campione, non più di abete rosso - la specie attaccata dall’insetto - ma di abete di Douglas (dall’America in Europa dal 1800).

Questa la soluzione sul tappeto di Regione Lombardia che, nella mattina dell’8 novembre, con l’assessore all’Agricoltura Alessandro Beduschi, ha voluto vedere di persona il disastro e il pericolo che incombe sull’alta Valle Brembana a causa del coleottero killer, insetto che, da alcuni anni, sta distruggendo centinaia di ettari di abete rosso (prevalente nelle nostre montagne), in particolare in Lombardia, Veneto e Trentino.

Accompagnato dal sindaco Angelo Rossi, dal suo vice Gabriele Curti, dai consiglieri regionali Jonathan Lobati e Michele Schiavi, l’assessore ha poi effettuato un volo in elicottero su tutta l’area colpita. Branzi, con 300 ettari di foresta distrutta, detiene oggi, purtroppo, il triste di «capitale del bostrico» in Lombardia.

Colpiti 2400 ettari in Lombardia

Nella nostra regione i boschi colpiti dalla malattia sono circa 2.400 ettari, oltre il 10%, quindi solo nel Comune di Branzi. Ma è buona parte dell’alta Val Brembana (come altre zone delle Orobie) a subirne i danni: Valnegra, Moio de’ Calvi, Roncobello, Isola di Fondra, Valleve.

«Il nostro territorio - ha detto il vicesindaco Curti - ha pendenze fortissime, dove è difficile spesso intervenire per il recupero del legname schiantato. Gli elicotteri non possono sorvolare con i tronchi sopra i fili dell’alta tensione, e non sempre è facile, per l’orografia, realizzare strade rurali. E là dove le strade potrebbero essere costruite per arrivare a recuperare gli alberi malati, è la burocrazia e la lentezza che ci si mettono di ostacolo. Strade di questo tipo da noi sono spesso l’unica soluzione: perché gli elicotteri non possono volare sui fili dell’alta tensione e i costi, peraltro, sarebbero spaventosi». Altissimi - è stato detto durante il vertice in municipio e poi sul territorio - i rischi idrogeologici e di sicurezza per le persone e le strade a cui si andrà incontro nei prossimi anni se non si riuscirà a intervenire il prima possibile: gli alberi uccisi dal bostrico cadono su un territorio in forte pendenza, rischiano di cadere su abitati e strade, trascinando con sé anche massi.

Gli alberi uccisi dal bostrico cadono su un territorio in forte pendenza, rischiano di cadere su abitati e strade, trascinando con sé anche massi

«Se non si interviene - spiega Curti - rischiamo di dover chiudere la strada provinciale che porta a Foppolo, o peggio di dover evacuare alcune abitazioni». L’area ora più a rischio è quella verso Carona e Foppolo. Qui si concentra la richiesta immediata del Comune di Branzi (che, lo scorso anno, quando l’area bostricata era quasi la metà, aveva stimato un intervento complessivo di messa in sicurezza di dieci milioni di euro): realizzare una strada rurale con cui raggiungere l’area ora colpita. Un intervento da 520 mila euro realizzabile in un lotto. La seconda strada rurale da realizzare (in più lotti) si trova sul versante orografico destro, lunga cinque chilometri e del costo di due milioni di euro. Poi ci sono tutti i costi legati all’esbosco e al trasporto del legname. Il Comune, intanto, sta provvedendo anche a sue spese, a lavori di pulizia nella parte bassa del paese, all’inizio, demolendo anche alcuni massi appoggiati ad alberi ormai morti, che rischiavano di cadere sulla vicina strada provinciale.

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