Moio de’ Calvi torna a sorridere, arriva un bebè dopo cinque anni

ALTA VAL BREMBANA. Michela Pirletti ha rotto uno stop che durava da gennaio 2019. Papà Nicola: «Qui il nostro futuro, i servizi essenziali non ci mancano».

Finalmente. Dopo 5 anni di culle vuote Moio de’ Calvi torna a sorridere per una nascita. Alle 22,30 del 2 gennaio è nato all’ospedale «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo, Michela Pirletti, primogenita di Nicola e Daniela Valceschini. Residenti a Moio ma... se proprio vogliamo fare i pignoli, lui è di Branzi e lei di San Pellegrino. Moiesi «acquisiti», quindi. Ma questo conta poco.

Il 15 gennaio l’ultima nascita

Ciò che conta è che la comunità riprende un percorso che si era interrotto il 15 gennaio 2019, quando era nata Viola. Da allora più nessuno, cinque anni di culle vuote come non era mai successo. Negli anni precedenti, sempre uno o più nascite. Anche Moio, purtroppo, come tutti i paesi della Valle Brembana deve fare i conti con lo spopolamento dovuto soprattutto al bassissimo tasso di natalità. Poche cifre: nel lontanissimo 1921 il Comune contava 429 residenti, 309 nel 1961, scesi ancora a 208 nel 2010. Poi un’altalena, sempre attorno a quota 200, a volte sotto a volte poco sopra. Ora, nonostante Michela, di nuovo sotto. «In questi cinque anni - spiega il sindaco Alessandro Balestra - ma anche con l’amministrazione di Paolo Agape che ci ha preceduto, abbiamo garantito i servizi essenziali, soprattutto quelli scolastici. Aiutando le famiglie per il trasporto».

Nido, materna e medie sono a Valnegra, la primaria a Piazza Brembana. «Il paese ha bar-ristorante, un alimentari grazie alla cooperativa «Terre d’Oltre Goggia», insomma qualche punto di ritrovo c’è». E poi gli altri servii sono anche nei vicinissimi comuni confinanti di Valnegra, Lenna e Piazza, a poche centinaia di metri. «Alcun giovani sono anche venuti da noi ad abitare, anche una ragazza dal Milanese - continua il sindaco -. Perché a determinare il calo demografico non è tanto il bilancio migratorio, quando la denatalità». Gli anziani muoiono, ma di bambini, appunto, se ne vedono nascere raramente.

«I servizi fondamentali ci sono»

«Io sono di Branzi - dice Nicola, operaio e conosciuto anche come appassionato di enduro - mentre la mia compagna, maestra elementare, è di San Pellegrino. Così abbiamo deciso di prendere casa a metà strada: Moio ci piaceva, i servizi fondamentali ci sono, non ci manca nulla e qui vediamo il nostro futuro. Così qui ci siamo trasferiti nel 2019. Pensare di avvicinarci alla città proprio no. Amiamo le nostre radici, la nostra terra. Questo forse è la cosa fondamentale per restare nei nostri paesi». Intanto si godono la loro piccola Michela. A breve torneranno a Moio e allora - facile prevederlo - sarà la coccolata di tutti.

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