Sequestrata Porsche intestata alla nonna senza patente e con il reddito di cittadinanza

Settantaquattro anni, senza patente e con reddito di cittadinanza percepito per 5 mesi nel 2019. Ma, sulla carta, titolare di una Porsche Cayenne.

È la nonna di Principe e Fardi Horvat, i due fratelli rom di 30 e 28 anni, residenti a Trescore, finiti in carcere la scorsa settimana nell’ambito di un giro di truffe per la compravendita di auto di lusso. Il suv l’hanno intestato a lei, Maria Horvat, ed è l’auto su cui a marzo si era allontanato Principe, risultato irreperibile insieme al fratello quando i carabinieri di Villa d’Almé si erano presentati nelle abitazioni per eseguire le ordinanze di custodia cautelare richieste dal pm Emanuele Marchisio e firmate dal gip Lucia Graziosi. Gip che lunedì ha disposto il sequestro preventivo di sei auto: la Cayenne intestata a nonna Maria, una Bmw X5 (l’unica vettura che manca ancora all’appello), una Mercedes Amg, una Mercedes Cla, una Maserati Levante e una Ferrari California.

Era partito tutto da un autosalone, «Guido l’auto», aperto nel dicembre 2019 a Petosino di Sorisole per pochi giorni, il tempo necessario - è l’accusa - per fungere da specchietto per allodole per clienti allettati da modelli d’auto di seconda mano messi in vendita sui siti specializzati Subito.it e Autoscout a prezzi notevolmente ribassati. Gli acquirenti visionavano i modelli, poi venivano invitati a versare un acconto oppure l’intero importo, ma delle auto non vedevano poi l’ombra. I due fratelli si sono presentati otto giorni fa ai carabinieri di Grumello e sono ora in carcere; altre sei persone sono ai domiciliari. L’inchiesta, in cui si contesta anche l’associazione per delinquere, s’è nel frattempo allargata ricomprendendo nuovi episodi e arrivando a contare 19 indagati.

Papà Horvat tra i nuovi indagati

Tra i nuovi iscritti c’è il padre dei due fratelli, Desiderio Horvat, 51 anni, indagato a piede libero. Secondo l’accusa, avrebbe intestato fittiziamente la Maserati Levante a un prestanome, Massimiliano Bogdan, indagato con Desiderio per trasferimento fraudolento di valori. I due devono pure rispondere di truffa perché l’acquisto della Levante - per l’accusa - sarebbe avvenuto con false dichiarazioni d’intento in cui Bogdan figurava quale esportatore abituale di auto. Sotterfugio che avrebbe permesso di non versare Iva per 8.760,40 euro. Per questo episodio è indagato anche il commercialista Evaristo Castellini, 53 anni, di Lonato (Bs), che per il pm avrebbe inoltrato all’Agenzia delle Entrate queste false dichiarazioni d’intento.

Tra i nuovi episodi contestati c’è la presunta tentata estorsione che vedrebbe protagonista Principe Horvat. Quest’ultimo, stando agli inquirenti, a fine 2019 avrebbe tentato di far intestare una Ferrari California 2011 a un autosalone di Parma nell’ambito di una compravendita. La Ferrari doveva essere data in permuta per l’acquisto di una Porsche Carrera nuova. Ma Principe - è l’accusa - pretendeva che la compravendita avvenisse al netto dell’Iva. Cosa vietata, gli avevano risposto dalla concessionaria parmense, dunque operazione bocciata. Ma a questo punto, stando a quanto denunciato dall’autosalone, sarebbero cominciate le pressioni. «Sono Casamonica», si era presentato - stando alle accuse - al telefono Principe al responsabile delle vendite della concessionaria, spendendo il nome della famigerata famiglia rom che imperversa a Roma nel tentativo di incutere timore. «La Ferrari è già intestata a te», aveva insistito il trentenne con l’interlocutore. E poi: «Non me ne frega niente, tu devi risolvere la cosa altrimenti ti mando qualcuno visto che so dove abiti»; «Io non posso venire perché sono in regime di misura cautelare e questo telefono è sotto controllo».

La concessionaria milanese

Due delle auto per cui è stato disposto il sequestro sono di proprietà della concessionaria T&Zetauto di Milano: si tratta della Mercedes Amg e della Mercedes Cla. Il pm Marchisio contesta al legale rappresentante Stefano Zamboni e al fratello Tommaso, socio, il concorso nel riciclaggio. Le due vetture, per l’accusa, nel marzo scorso sarebbero state acquistate dagli Horvat da una concessionaria di Padova al prezzo di 42.500 euro la Cla e di 74.900 la Amg e rivendute qualche giorno dopo all’autosalone milanese a prezzi notevolmente ribassati: 37 mila la Cla e 67 mila la Amg. Secondo il pm, gli Horvat tale ribasso se lo potevano permettere perché i prestanome, cui erano intestate le due Mercedes, dopo aver acceso il finanziamento per l’acquisto, avrebbero smesso di pagare le rate. Ma, è il ragionamento degli inquirenti, gli Zamboni non potevano non sospettare che, a fronte di prezzi così scontati per auto che avevano registrato pochi chilometri ed erano in pratica nuove, dietro ci fosse qualche operazione illecita.

«Quello dei miei assistiti è un rinomato autosalone specializzato nella compravendita di auto di lusso – spiega l’avvocato Alessandro Grassi –. L’acquisto delle due vetture è stato perfezionato tramite assegni circolari e dunque con strumenti tracciabili e trasparenti. Il prezzo applicato era un prezzo di mercato, non c’erano presupposti per sospettare alcuna irregolarità. Anche perché il trapasso e la registrazione al Pra risultavano regolari. I miei assistiti sono semmai parti offese e per questo ci stiamo attivando per presentare denuncia--querela».

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