Siccità e sorgenti: «rallentano» anche Nossana e Algua

Uniacque. Sono le fonti principali del nostro territorio. «Il fabbisogno è coperto, costante il monitoraggio».

Sotto la lente 24 ore su 24. Grazie alla tecnologia, la gran parte dei 1.371 serbatoi di Uniacque, collegati alle sorgenti, è sotto costante controllo. Così, se il bacino impiega più del solito a riempirsi, scatta un primo campanello d’allarme: significa che la fonte che lo alimenta sta «rallentando», e bisogna prendere provvedimenti, cercando tra l’altro di contenere i consumi. In qualche caso è successo già lo scorso weekend – nella prima metà di marzo – e questo dà l’idea della serietà della situazione che stiamo attraversando. Come è noto, già venerdì scorso Uniacque, che gestisce il servizio idrico integrato in 213 Comuni, ha chiesto a sei di questi (Albino, Alzano Lombardo, Gandellino, Nembro, Oneta e Valbrembilla) di emettere ordinanze di contenimento dell’utilizzo di acqua in alcune vie o località del territorio, alimentate spesso da piccole sorgenti che stavano dando segni di affanno. Altri 36 Comuni sono monitorati con un livello di attenzione «elevato» per «possibili criticità a breve».

«Siamo nella stessa situazione del 2022, ma con due mesi di anticipo e questo è motivo di seria preoccupazione»

Orti e giardini

«Siamo nella situazione del 2022, ma con due mesi di anticipo – riassume l’amministratore delegato di Uniacque, Pierangelo Bertocchi –. Questo è motivo di preoccupazione». Le ordinanze aiutano, perché evitare per esempio l’annaffiamento di orti e giardini permette di risparmiare significative quantità di acqua, dopo che l’anomalo weekend con temperature previste oltre i 20 gradi aveva fatto scattare il «pre-allerta». Certo le premesse sono da massima attenzione.

Uniaque ha già chiesto a sei comuni di emettere ordinanze per contenere il consumo idrico e altri 36 Comuni sono sotto stretta osservazione

Le maggiori criticità si registrano per le sorgenti montane: «La falda di pianura ha una dimensione diversa, in qualche modo raccoglie. In montagna invece si tratta spesso di piccoli bacini, che non fanno un grandissimo accumulo – spiega Bertocchi – e ricavano l’acqua dai fenomeni atmosferici naturali». E in questi mesi di pioggia e neve se ne sono viste ben poche: la piovosità media del 2022 è stata di soli 587 millimetri, contro una media 2014-2021 di 1.250 millimetri. La speranza è in qualche precipitazione, ma bisogna augurarsi anche che sia di entità moderata, costante e regolare, per consentire al terreno (secco) di trattenerla ed evitare che tutto scivoli a valle.

La disponibilità d’acqua

Se dunque il tema oggi sono soprattutto le piccole sorgenti, anche le più grandi mostrano qualche segno di quel che sta succedendo,con una flessione della disponibilità d’acqua. Così per esempio dalla Nossana, la principale del nostro territorio, che serve anche la città di Bergamo e l’area dell’hinterland, si riescono oggi a prelevare circa 600 litri al secondo. Fino a due anni fa si raggiungeva il massimo autorizzato, 800 litri al secondo. Idem per Algua, passata dai 430 litri al secondo del 2020 ai 320 attuali, e Costone, che rende disponibili 176 litri al secondo, a fronte dei 257 di tre anni fa. Queste fonti non sono oggi motivo di preoccupazione, «stanno dando l’acqua che ci serve – spiega Bertocchi –. Ma è chiaro che l’attenzione resta costante».

Si sta cercando di investire sulle infrastrutture per contenere gli sprechi (30milioni dal Pnrr), ma anche sulla messa in rete di nuove sorgenti da utilizzare per le emergenze

Riassunta la situazione, quali sono le mosse in vista dell’estate (e non solo)? Uniacque sta lavorando «a collegamenti provvisori di messa in rete delle sorgenti, per sostenere quelle maggiormente in difficoltà». È poi cresciuta ulteriormente l’attenzione a evitare la dispersione di acqua: nel 2021 erano stati controllati 762 chilometri di rete a caccia di perdite, nel 2022 si è saliti a 830. «Il personale addetto alle manutenzioni oggi è dedicato in parte rilevante a questo, stiamo facendo anche corsi specifici – spiega Bertocchi –. Laddove c’è una sorgente in difficoltà, la prima cosa che facciamo è verificare l’andamento dei consumi, per valutare se possano esserci delle perdite».

Proprio alla riduzione delle perdite idriche, tramite il monitoraggio e la sistemazione delle reti, è dedicato il progetto da quasi 30 milioni di euro avviato da Uniacque grazie anche a fondi Pnrr: si stima, una volta completata l’operazione, un risparmio d’acqua di 13 milioni di metri cubi l’anno, con 42 Comuni coinvolti. Le opere andranno concluse entro il 2025.

Nuove sorgenti

Intanto si ragiona sull’ipotesi di nuove sorgenti da utilizzare in emergenza, oltre alle 502 già collegate. In questi casi, per consentire l’uso potabile di nuove fonti, è previsto un iter ben preciso, verificato da Ats, con monitoraggi per un anno e quattro prelievi su parametri come la torbidità e l’analisi batteriologica. Proprio nelle scorse settimane il tema è emerso alla prima riunione del tavolo provinciale sulla crisi idrica, convocato dal Prefetto, e l’intenzione sarebbe di lavorare, con tutti i soggetti coinvolti, su tempi e modalità per esser pronti a rispondere alle esigenze garantendo al tempo stesso, ovviamente, la sicurezza dell’acqua. Uniacque già l’anno scorso aveva attivato (con la raccomandazione della bollitura) un piccolo numero di nuove sorgenti, e dunque un parziale monitoraggio nel tempo, almeno per queste, è già stato portato avanti.

«Deve cambiare l’approccio complessivo all’acqua potabile – riflette Bertocchi –. È un tema di cui in passato ci siamo tutti occupati troppo poco, perché ce n’era in abbondanza. Quando un problema si pone, le soluzioni, grazie anche alle evoluzioni tecnologiche, si cominciano a trovare. Oggi però siamo chiamati ciascuno a fare la propria parte. I gestori, i tecnici, il mondo agricolo, ma anche ognuno come singolo: il decalogo dei consigli per risparmiare acqua, se lo seguiamo tutti, fa la differenza».

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