Una «fiamma» di pietra per ricordare le vittime della pandemia

SAN GIOVANNI BIANCO. Sabato 20 maggio l’inaugurazione dell’opera dello scultore Elio Rota collocata nei giardini pubblici. Nel blocco di marmo arabescato verranno inserito un cilindro con i pensieri dei giovani del paese.

Ricordare le vittime del Covid-19 e consegnare ai posteri la memoria della pandemia. Questo l’obiettivo del cippo realizzato da Elio Rota, sculture di San Giovanni Bianco, di 84 anni, che verrà inaugurato sabato 20 maggio alle 11, presso i giardini pubblici del paese, dove è stato collocato. «San Giovanni Bianco è stato uno dei paesi più colpiti dall’epidemia di Covid-19 – ricorda Remo Veronese, delegato del Comune per questa iniziativa –. Nella primavera del 2020 il nostro paese ha vissuto uno dei periodi più tragici della sua storia. Non è possibile indicare quante di queste persone siano decedute a causa dell’epidemia, ma in base ai dati demografici degli anni tra il 2020 e il 2022 si può calcolare che il Covid-19 ha causato in totale a San Giovanni Bianco almeno 70 vittime. Per comprendere quanto sia stata tremenda la calamità che ci ha colpiti, basta pensare che nei tre anni e mezzo della Grande Guerra (1915-1918) il nostro paese ebbe a contare 121 soldati morti e che nei 5 anni della Seconda guerra mondiale (1940-1945) i nostri soldati morti furono 50».

Un ricordo tangibile

La pandemia, inoltre, come ben sappiamo, non ha colpito solo a livello sanitario, ma ha influito pesantemente anche sulle normali azioni quotidiane, i rapporti interpersonali, con i problemi sociali ed economici che ha comportato. «Questa calamità – continua – sarà ricordata al pari di una guerra, con un prima e con un dopo: probabilmente il mondo e il nostro modo di pensare ne risulterà cambiato. Da tale constatazione è nata la necessità di testimoniare con un ricordo tangibile il nostro omaggio alle vittime dell’epidemia, ma anche di non dimenticare il periodo drammatico che abbiamo vissuto». Il Comune ha quindi deciso di far propria la proposta del concittadino Elio Rota, noto per le sue «Corne de Bremp», cioè le sculture che realizza partendo da pietre recuperate sul greto del Brembo, che ha concepito così un monumento a ricordo delle tante vittime del Covid-19.

«Un grande cuore»

«Ho sagomato un blocco di marmo arabescato orobico rosso alto quasi due metri – racconta Rota –, dandogli la forma di fiamma e poggiandolo su una vasca di arabescato grigio. Ho voluto raffigurare una grande fiamma che sale verso l’alto e porta con sé le immagini delle vittime perché in quel periodo vi furono tanti corpi portati a bruciare. Il grande cuore inciso sul frontespizio, con tre germogli, rappresenta invece l’umanità viva che piange nel ricordo delle vittime. La fiamma raggiunge la Divinità, delineata sul lato sinistro, dentro un cuore, il cui amore è simboleggiato dai tanti altri cuori che se ne distaccano e scendono sulla terra. Sull’altro lato sono di nuovo incise le immagini delle vittime che salgono verso il sole, accompagnate dall’amore umano. E alla base c’è la vasca che raccoglie le lacrime dell’umanità colpita dal dolore». «Per l’occasione – conclude Veronese – gli studenti hanno preparato le loro riflessioni su quel periodo, alcune delle quali saranno lette durante la cerimonia. Tutte saranno poi inserire in un cilindro e murate all’interno del monumento. Perché rimanga nella memoria quanto successo in questi anni».

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