6Days di enduro, Danny Benedetti: «Mai revocato le autorizzazioni»

DOPO LE GARE. Non c’è stata la prova speciale di Gandosso, polemiche sulle modifiche al tracciato di Zandobbio. Alla fine della manifestazione l’analisi della Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi.

Negli ultimi giorni si è acceso un dibattito attorno all’organizzazione della “6Days Italia 2025”, manifestazione internazionale di enduro. In particolare, sono state sollevate critiche sulla mancata realizzazione della prova speciale di Gandosso e sulle modifiche al tracciato di Zandobbio. A chiarire la posizione dell’ente è intervenuto il presidente della Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi, Danny Benedetti, con una nota ufficiale.

«Mai revocate autorizzazioni: non erano mai state rilasciate»

Il presidente ha voluto precisare un punto fondamentale: «La Comunità Montana non ha mai revocato alcuna autorizzazione, perché tali permessi non erano mai stati concessi - ha detto -. La ragione, spiega Benedetti, è da ricercare nella mancanza dei presupposti normativi e della documentazione necessaria, compresi gli assensi dei proprietari pubblici e privati dei terreni interessati dai percorsi».

Le normative regionali attribuiscono infatti alla Comunità Montana la competenza a rilasciare autorizzazioni per manifestazioni motociclistiche in aree boscate o soggette a vincolo idrogeologico. Perché l’iter possa andare a buon fine, è indispensabile «presentare un dossier completo: dai consensi dei proprietari, alle relazioni tecniche sugli impatti ambientali, fino ai tracciati e al programma dettagliato».

Iter travagliato e documentazione insufficiente

«La prima domanda di autorizzazione del Moto Club Bergamo Asd, datata 25 giugno 2025, è risultata carente: assenza di programma allegato, elaborati tecnici inadeguati e contraddizioni sui tracciati. Gli uffici della Comunità Montana hanno chiesto integrazioni il 3 luglio, ma anche la documentazione arrivata il 15 luglio non era sufficiente. Una nuova richiesta, molto dettagliata (12 pagine), è stata inviata il 4 agosto» si legge nella nota.

Alla vigilia della manifestazione, però, la situazione restava critica: «Al 14 agosto la documentazione era ancora incompleta e con pochissimi assensi dei proprietari. A complicare il quadro, il diniego espresso dal sindaco di Gandosso già il 28 giugno (e ribadito il 19 agosto) sul transito nell’area delle “Terre Rosse”, motivato da ragioni logistiche, di sicurezza e tutela ambientale. L’area, inoltre, è inserita tra gli ambiti di elevata naturalità del Piano Paesaggistico Regionale, che vieta il passaggio di mezzi motorizzati a fini ludici o sportivi».

Una corsa contro il tempo per salvare la manifestazione

Nonostante le difficoltà, la Comunità Montana, sottolinea, di «aver lavorato in collaborazione con il Moto Club Bergamo. Tra il 22 e il 25 agosto, in soli quattro giorni e includendo il fine settimana, è stato possibile completare la documentazione necessaria per superare i rilievi ostativi».

Questo impegno ha consentito di «autorizzare lo svolgimento della manifestazione nei territori dell’Alta Val Cavallina e dell’Alto Sebino, su percorsi ritenuti compatibili dal punto di vista ambientale e idrogeologico».

«Abbiamo agito con spirito di collaborazione rispettando le norme»

«La Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi – conclude Benedetti – ha agito con correttezza, professionalità e spirito di collaborazione, sempre nel rispetto della normativa e con l’obiettivo di favorire la buona riuscita di un evento sportivo internazionale, senza però mai venire meno al dovere di tutela del territorio e della collettività».

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