Area archeologica Cavellas, nuova campagna: si cercano i resti di una casa

CASAZZA. Dopo il 2021 e 22 da ieri gli studenti dell’Università Cattolica sono tornati a scavare nel sito di epoca romana. Possibili le visite pubbliche.

L’ultima volta che l’area archeologica Cavellas di Casazza aveva ospitato una campagna di scavi risale a non molto tempo fa. Nel 2021, due settimane a settembre, e nel 2022, due settimane a maggio, una squadra guidata Furio Sacchi dell’Università Cattolica di Milano, dove detiene la cattedra di Archeologia classica, aveva ricominciato a indagare il sito dopo oltre vent’anni di silenzio. L’iniziativa era stata lanciata da un’intesa tra l’Università, il Comune, l’ente finanziatore, e il Museo storico-ambientale della Val Cavallina, il gestore dell’area di Cavellas, ribadendo da più parti l’importanza di dare una certa continuità alle operazioni sul campo.

L’avvio, lunedì mattina 4 settembre, di una nuova campagna di ricerca, gemella dell’altra, ha confermato che le intenzioni di allora non erano soltanto un modo di dire. A capo di questa seconda spedizione c’è ancora il professor Sacchi, seguito da alcuni studente della triennale, della specialistica e della scuola di specializzazione. Federica Matteoni, conservatrice dell’area archeologica, dirigerà le operazioni in loco e al suo fianco avrà Mariangela Piziali, la conservatrice del Museo.

Gli scavi fino al 29 settembre

«Quest’anno puntiamo a esplorare i resti di una nuova casa, ancora non studiata, come del resto gran parte del sito – spiega Matteoni –. Si trova accanto a un’abitazione di cui ci siamo occupati nel corso della campagna precedente. Mettendo a confronto i risultati potremo capire se le dinamiche abitative siano state le stesse in entrambi i luoghi». Quello in programma si annuncia come un lavoro lungo, che richiederà una complessa fase di analisi. Le conclusioni saranno affidate ad articoli specialistici, che faranno il paio con quelli ancora in fase di limatura sulle quattro settimane d’indagine nel sito casazzese tra il 2021 e il 2022, con il rinvenimento, tra l’altro, di diversi utensili, ceramiche, una macina, una specie di fornetto e travi bruciate. In ogni caso, al termine dell’attuale tornata di scavi, fissato al 29 settembre, il Museo e gli archeologi della Cattolica organizzeranno un evento pubblico per illustrare le novità emerse su Cavellas, un insediamento, che, tra battute d’arresto e riprese, rimase attivo per circa 500 anni tra il I e il VI secolo dopo Cristo.

La conferenza finale non sarà, tuttavia, l’unico strumento per avvicinarsi al progetto di ricerca. A differenza che nel 2021 e nel 2022, stavolta l’area archeologica aprirà le porte ai visitatori già durante le operazioni sul terreno, vale a dire da lunedì a venerdì tra le 9 e le 16, gratis e senza bisogno di prenotazione: «La nostra idea è permettere di osservare i lavori mentre si stanno svolgendo – prosegue Matteoni –. La campagna è un’occasione unica per suscitare la curiosità della popolazione, a partire dai bambini. Non a caso abbiamo già contattato diverse scuole locali che porteranno gli alunni a fare una gita nel sito».

Il sindaco: area che ha ancora molto da offrire

La presenza costante sul posto degli operatori sarà facilitata dal fatto che, per tutto il mese di scavo (l’unico in agenda), la squadra, o gran parte di essa, soggiornerà direttamente in paese. Il merito è di un privato, che ha concesso agli studiosi gli alloggi necessari nella frazione di Colognola Il Comune, invece, finanzierà altre spese. come il vitto. Dice il sindaco Sergio Zappella: «È un’iniziativa a cui teniamo molto fin dall’inizio. L’area archeologica è un elemento distintivo del nostro territorio e ha ancora molto da offrire agli studiosi».

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