Cronaca / Valle Cavallina
Domenica 07 Dicembre 2025
Innovatore e visionario, la Ferb perde il suo presidente Franco Cammarota
IL LUTTO. Il professor Cammarota è morto a 87 anni all’ospedale di Trescore. Figura eclettica, ha capito l’importanza della riabilitazione nei parkinsoniani. Uomo colto e filantropo, mancherà».
Un «visionario», un profondo innovatore, un filantropo e un professionista devoto al lavoro fino all’ultimo, nonostante l’età avanzata. È scomparso sabato 6 dicembre, a 87 anni, il professor Franco Cammarota, presidente della Ferb (Fondazione europea di ricerca biomedica). Ha deciso di trascorrere gli ultimi attimi della sua vita all’ospedale Sant’Isidoro di Trescore, che ha trasformato grazie alla «scommessa vincente» della collaborazione pubblico-privato che la onlus aveva avviato con l’azienda ospedaliera «Bolognini» di Seriate (ora Asst Bergamo Est). Un cerchio che si chiude: i funerali saranno celebrati martedì 9 dicembre alle 15 nella parrocchia di Trescore.
La Ferb, oltre al nosocomio specializzato nella riabilitazione dei pazienti parkinsoniani, gestisce anche il Centro per eccellenza malati di Alzheimer di Gazzaniga, che con i suoi 46 posti letto è uno dei poli di riferimento lombardi per questa patologia, l’Hospice di Calcinate e il Centro di riabilitazione specialistica di Cassano d’Adda.
La sperimentazione pubblico-privato
«Con lui l’ospedale di Trescore è diventato appetibile dal punto di vista strutturale, culturale e clinico»
L’idea della sperimentazione pubblico-privato nacque quando direttore dell’Azienda era Amedeo Amadeo: «I risultati sono stati molto buoni, anche per le sue capacità manageriali importantissime, l’impegno messo e il fatto che ha sempre reinvestito per migliorare sia dal punto di vista strutturale che clinico l’attività a favore dei malati con cui aveva a che fare. Ci conoscevamo da più di vent’anni – continua –, con lui l’ospedale di Trescore è diventato appetibile dal punto di vista strutturale, culturale e clinico».
«Un professionista che ha dato tanto al territorio»
Il direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII, Francesco Locati, lo ricorda come «una persona di elevata professionalità, con grande propensione a innovare, e di una grande umanità». Dall’Asst Bergamo Est, il direttore Marco Passaretta riconosce che «per noi era un partner ormai ventennale nelle varie sedi in cui collaboriamo con la Ferb. Oltre alla perdita umana, c’è quella di un ottimo e grande professionista che ha dato tanto al territorio. L’ultima volta che è venuto a trovarmi a Seriate, non più tardi di un mese fa, parlava ancora di progetti futuri».
La collaborazione con UniBg
Si dice «sgomento» il rettore di UniBg, Sergio Cavalieri: «Perdiamo una persona di altissimo spessore, di cui sentiremo la mancanza». Con la Ferb, aggiunge, «abbiamo un rapporto di lunghissima collaborazione» che ha portato, tra le altre cose, alla realizzazione del «Digital health lab nel campus di Dalmine» e del «Center for healthy longevity, ormai un punto di riferimento stabile sul tema. Cammarota era molto apprezzato a livello nazionale e internazionale».
«Colto, amante della vita e della cucina»
Con la Ferb, Cammarota è stato anche tra i fondatori di Anthem, fondazione costituita tre anni fa a livello nazionale e impegnata nella ricerca. Stefano Paleari, presidente della fondazione Anthem e dal 2009 al 2015 rettore di UniBg, lo conosceva da trent’anni. «Era una figura estremamente eclettica: professore, imprenditore, manager e anche filantropo. Ha accumulato qualità che l’hanno reso veramente unico. Per certi versi, per quanto sia scomparso in età avanzata, il vigore e l’energia che ha avuto fino all’ultimo giorno lo hanno fatto eccepire da tutti come uomo senza età. Era un uomo colto, amante della vita e della cucina: infatti era decano dell’Accademia della cucina italiana».
«Era sempre molto schietto. Negli ultimi anni, quando doveva comunicarmi qualcosa di serio mi diceva: “Guardi, glielo dico come se fossi suo padre”»
L’importanza della riabilitazione per le malattie neurodegenerative
«Ha capito che pazienti come i parkinsoniani hanno bisogno di una gestione a sé stante»
Cristina Rizzetti, responsabile della riabilitazione Parkinson a Trescore, arrivò al Sant’Isidoro 17 anni fa. «Ero medico specializzando – ricorda –. Il professore è sempre stato un visionario: quando ancora nessuno ne parlava ha scommesso sull’importanza della riabilitazione per le malattie neurodegenerative. E ha capito che pazienti così peculiari come i parkinsoniani hanno bisogno di una gestione a sé stante rispetto agli altri pazienti neurologici: da qui la realizzazione di un reparto specialistico con equipe e gestione a parte». Negli anni ha avuto modo di conoscere apprezzare il suo carattere: «Era sempre molto schietto. Negli ultimi anni, quando doveva comunicarmi qualcosa di serio mi diceva: “Guardi, glielo dico come se fossi suo padre”».
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