
Cultura e Spettacoli / Valle Cavallina
Venerdì 13 Giugno 2025
Molte Fedi sotto lo stesso cielo, a San Paolo d’Argon il dialogo «Filosofia della guerra»
L’ANTEPRIMA. Ospiti Umberto Curi, professore emerito dell’Università di Padova, e Giovanna Brambilla, storica dell’arte e autrice
Bergamo
«Crash! Un pianeta su cui ricominciare» è il titolo della nuova edizione di Molte Fedi sotto lo stesso cielo, rassegna culturale delle Acli di Bergamo in programma durante l’autunno. L’anteprima andrà in scena martedì 1 luglio all’Abbazia di San Paolo d’Argon: Umberto Curi, professore emerito dell’Università di Padova, e Giovanna Brambilla, storica dell’arte e autrice, saranno protagonisti del dialogo «Filosofie della guerra».
L’anteprima a San Paolo d’Argon
Francesco Mazzucotelli, coordinatore della rassegna, racconta questa anteprima: «Umberto Curi ha recentemente scritto “Padre e re. Filosofia della guerra”, un libro che analizza il rapporto tra guerra e politica nella storia della filosofia con un interrogativo: la guerra non è forse il modo per preservare lo stile di vita occidentale? A queste intuizioni si intrecceranno le riflessioni di Giovanna Brambilla che ripercorrendo la storia dell’arte cercherà di individuare alcune opere d’arte significative che affrontino il nucleo tematico del conflitto e della ricomposizione con uno sguardo differente. Vorremmo che fosse una serata inaugurale: avremo a disposizione il programma dell’edizione 2025, offriremo un buffet interculturale preparato dall’associazione “Cibo di ogni colore” e ci sarà una piccola sorpresa». L’evento è gratuito, basta prenotarsi sul sito moltefedi.it.
La nuova grafica
Un evento che ripercorre l’illustrazione e il titolo scelti per accompagnare il palinsesto di eventi che accompagnerà la rassegna in autunno, racconta Daniel Agnelli, referente della comunicazione delle Acli di Bergamo: «Nel lavoro collettivo e nel brainstorming con il comitato scientifico che ha preceduto la realizzazione della grafica ci ha colpito da subito un’immagine che ha poi guidato il processo: un vaso che cade a terra e si spacca in tanti frammenti. Ci è sembrata iconica nell’interpretare il nostro mondo attuale: in questo 2025 stiamo assistendo con sgomento all’intrecciarsi di venti di guerra, promesse di riarmo e pulsioni autoritarie abbiamo condiviso un’intuizione: non resta che raccogliere i cocci di un mondo infranto e tentare di ricomporli, proprio come suggerisce l’antica arte kintsugi. Da questo è nata la veste grafica e il titolo che guideranno l’edizione 2025 della rassegna».
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