Schianto ad Albano, il papà di Davide
«La moto, regalo per la promozione»

Il ricordo di Davide Barcella, il 17enne morto in un incidente sulla statale 42. Il padre Marco: «Quella strada la faceva tutti i giorni per andare a scuola».

Davide Barcella è una delle vittime della strada del 2020. Aveva solo 17 anni con la spensieratezza e i sogni di un ragazzo della sua età. Davide, per gli amici Barcio, aveva coronato uno dei suoi più grandi desideri, guidare una motocicletta che i genitori gli avevano regalato come premio della promozione scolastica. Ma è stata proprio la passione per le due ruote a tradirlo. La sua morte ha mandato in frantumi le certezze dei genitori, mamma Brigitte e papà Marco, che giovedì 27 febbraio, in serata, lo stavano aspettando a casa per cena. «Perdere un figlio è un terribile destino, difficile voltar pagina, è un dolore che ti resta addosso per sempre», dice il papà di Davide, che non riesce ancora a capire come questa tragedia possa essere accaduta.

«Quella strada la conosceva come le sue tasche – ci dice ancora incredulo – Davide la faceva tutti i giorni a occhi chiusi, anche per andare a scuola a Seriate o per andare ad Azzano San Paolo a trovare la sua ragazza».

La moto era la sua passione: «L’aveva voluta davvero la sua motocicletta e come premio per la promozione io e mia moglie gliel’avevamo presa», aggiunge papà Marco guardando le foto del tragico schianto.

Davide giovedì sera stava rientrando a casa e purtroppo nel viaggio di rientro verso San Paolo il suo cuore si è fermato dopo un terribile impatto con un furgone, in via Tonale. Il 118 ha tentato di soccorrerlo per ben 40 minuti ma invano.

«Ero al supermercato a quell’ora, al Bennet di Albano, a fare la spesa – racconta il papà del ragazzo -, non è lontanissimo dal punto dell’incidente. Ma non ho sentito le sirene, non ho avuto il men che minimo sospetto. Sono andato a casa dopo aver fatto la spesa e ho cenato». Nel frattempo però iniziava a salire la preoccupazione perché Davide non rispondeva al cellulare.

«Di preciso non so dove fosse andato – ricostruisce il papà –. Era stato con gli amici a fare un giro o una scampagnata. Era stato per tutta la settimana qui a casa con il fratellino Giorgio, 11 anni, e mi aveva detto che giovedì voleva andare a fare un giro. Giovedì sera abbiamo tentato di rintracciato al cellulare ma niente da fare. Poi alcuni amici del paese sono venuti sotto casa a dirci che c’era stato un incidente ad Albano. Sono subito andato sul posto e ho visto che quella moto era proprio del mio Davide».

Il papà ricorda il dinamismo del figlio: «Non era un ragazzo che amava stare sempre tra le quattro mura, gli piaceva la natura, stare all’aria aperta e girare sulla sua moto. In questa settimana in cui sono stati sospesi gli allenamenti andava a giocare a livello amatoriale in un campetto, sempre al centro sportivo, con degli amici».

Davide abitava in un appartamento nel centro storico, nel vicolo Sedume. «Abitiamo qui da tanti anni – conclude il papà –. Io e mia moglie siamo originari di Castelli Calepio. Mio figlio era molto conosciuto qui a San Paolo e oggi tante persone del paese ci sono vicine in questo momento straziante». La salma è ancora al Papa Giovanni di Bergamo, la data dei funerali non è ancora stata stabilita.

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