Rischio valanghe sulle Orobie: «Neve non ancorata, fate attenzione»

MONTAGNA. L’allarme del nivologo. Resta «marcato» il pericolo dopo i fiocchi caduti il giorno dell’Epifania. Il rifugista dell’«Albani» di Colere è stato sorpreso da un distacco mentre era sul «gatto delle nevi», ma senza conseguenze.

La neve alla fine è arrivata – almeno alle quote più alte – e con essa, anche il pericolo valanghe. Che, dopo i fiocchi del 5 gennaio, ha già fatto la sua comparsa proprio nel giorno dell’Epifania, con alcuni distacchi sparsi sull’arco delle Orobie, da San Simone di Valleve fino a Colere, in Val di Scalve. Oltre i 1.800 metri, infatti, si arriva ad aver un accumulo di neve ben oltre il mezzo metro. Circa 40 i centimetri caduti alle quote più alte a cavallo dell’Epifania.

Secondo il bollettino neve e valanghe di Regione Lombardia, sulle Orobie il pericolo resta di grado 3 (marcato), su una scala da uno a cinque. Proprio all’Epifania i primi episodi segnalati di distacchi. A S an Simone di Valleve, sul versante di Mezzoldo della cima Siltri (nei pressi del Passo San Simone), la slavina che ha avuto un fronte di 70 metri e una lunghezza di 40, segnalata da alcuni scialpinisti in zona. Nella neve è stato trovato uno sci, perso in precedenza da uno sciatore. Sempre il 6 gennaio, nel pomeriggio, un altro episodio a Colere, protagonista il gestore del rifugio «Albani», Chicco Zani. Si trovava nei pressi del rifugio, sul suo «Gatto delle nevi», quando è stato travolto da un distacco di neve. Il rifugista, che è anche membro del Soccorso alpino, non ha riportato ferite né il mezzo che stava guidando ha avuto danni, il «Gatto» che tiene sempre al rifugio e che si è trovato quasi sommerso da una piccola valanga.

Segnale d’allarme

L’episodio, tuttavia, è un segnale d’allarme per la situazione pericolosa della neve alle pendici della Presolana. «Negli ultimi giorni sono caduti circa 90 centimetri di neve – spiega ancora Zani –. La nuova neve non si è legata alla precedente. Ci sono parecchi accumuli soprattutto nei canali. Aggiungendo anche la presenza frequente di neve, la situazione richiede la massima attenzione».

Il rifugista ha così raccomandato a tutti gli appassionati di montagna di evitare le salite fuori pista (che qualcuno nei giorni scorsi ha tentato) e di attrezzarsi adeguatamente anche per percorrere il tracciato del sentiero Cai 403. «È possibile salire solo seguendo il sentiero tracciato, bisogna evitare assolutamente fuoripista e canali. Consigliamo anche l’uso dei Dispositivi di protezione individuale (Dpi): artva, pala e sonda». Per sensibilizzare alle pratiche sicure di frequentazione della montagna in inverno, il rifugio «Albani» ha organizzato per il prossimo fine settimana anche una due giorni con la guida Maurizio Tasca. Sabato pomeriggio ci sarà una lezione teorica, domenica un’uscita nella zona del rifugio con l’utilizzo dei Dpi. Per prenotarsi, è necessario contattare direttamente il rifugio.

«La quota neve, già venerdì sera 5 gennaio – spiega il nivologo, consulente per la Provincia di Bergamo, Federico Rota – si era alzata a 1.400-1.500 metri. Questo ha fatto sì che la neve, anche intorno ai 1.800 metri, fosse pesante. E si depositasse magari su versanti con fondo prativo, scoperti ancora dalla neve. Sotto i 2.000 metri, quindi, l’ancoraggio era basso. Tutto ciò ha favorito valanghe di fondo, ovvero il distacco fino al prato».

Pericolo sulle Orobie

«A volte si è trattato di distacchi puntiformi – continua il nivologo – ovvero di spazi molto piccoli, che poi si allargano nella discesa, assumendo una forma a pera. I venti centimetri caduti poi il 31 dicembre hanno fatto da cuscinetto, anche in questo caso non consentendo un ancoraggio con la nevicata più recente».

Resta quindi marcato il pericolo sulle Orobie, mentre di grado «2» (moderato), sulle Prealpi (a livello nivologico all’incirca a sud del monte Arera). Soccorso alpino, quindi, in allerta (come l’altro ieri a San Simone). Volontari che, ieri, invece, sono intervenuti per recuperare un 84enne infortunatosi cadendo sul monte Poieto, ad Aviatico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA