
Cronaca / Valle di Scalve
Lunedì 16 Giugno 2025
Sulle Orobie ricompare l’orso bruno: avvistato a Schilpario a caccia di miele - Foto
LA SCOPERTA. Immortalato da una fototrappola in Valle di Scalve, si è quasi certamente allontanato dalle zone di riproduzione delle femmine in Trentino.
Schilpario
Dopo più di un anno di assenza l’orso bruno è tornato a fare la sua comparsa sulle Orobie bergamasche. Precisamente in Valle di Scalve, nella conca dei Campelli a Schilpario, dopo che nel 2024 era stato avvistato al confine tra Valsassina e Valtaleggio.
A segnalarlo un apicoltore
Come nelle migliori storie, l’orso si è palesato per rubare il miele agli apicoltori. Viene da Schilpario, in particolare dall’incantevole Conca dei Campelli, la segnalazione della presenza di un orso bruno (gli ultimi avvistamenti erano stati tra Valsassina e Val Taleggio), rilevata dalla Polizia provinciale di Bergamo a seguito della segnalazione di un apicoltore del posto. Quest’ultimo, sabato mattina, si è attivato dopo aver trovato una delle proprie arnie completamente divelta, con i telaini che contengono le covate e il melario «consumati» del miele e delle api che lo stavano producendo.
Immediata è stata la segnalazione alla Polizia provinciale, così come il sopralluogo degli agenti, che hanno effettuato i rilievi sul posto, certificando i danni subìti e posizionando una fototrappola al fine di individuare l’orso in caso di ritorno la notte successiva. Così è stato: anche nella notte tra sabato e domenica, l’animale è tornato «all’attacco» del miele ed è stato immortalato, intento a consumare nuovamente le arnie che erano state risistemate dall’apicoltore.
Pur essendo, infatti, prioritariamente vegetariano, l’orso si ciba anche di miele e della componente proteica che deriva dagli insetti (api, ma anche formicai, lombrichi e vermi). L’apiario è stato messo al sicuro grazie all’installazione di una recinzione elettrificata, al fine di dissuadere il plantigrado e prevenire nuovi danni.
«L’orso bruno è un animale schivo, di abitudini notturne e tende a evitare il contatto con l’uomo: prova ne è il fatto che in questi giorni nessuno ha segnalato avvistamenti né in Valle di Scalve, né nel resto della provincia»
Quasi certamente si tratta - spiega la Provincia di Bergamo - di un esemplare maschio sub-adulto, allontanatosi dalle zone di riproduzione delle femmine in Trentino, che dopo lunghi periodi di «erratismi» farà rientro una volta raggiunta la maturità sessuale, partecipando all’espansione della popolazione. «L’orso bruno è un animale schivo, di abitudini notturne e tende a evitare il contatto con l’uomo: prova ne è il fatto che in questi giorni nessuno ha segnalato avvistamenti né in Valle di Scalve, né nel resto della provincia».
Le analisi
Sono stati individuati e prelevati anche alcuni peli che consentiranno – mediante specifiche indagini di laboratorio – di «mappare» geneticamente l’individuo di orso, al fine di determinarne la discendenza dal nucleo originario.
Le segnalazioni
La Polizia provinciale è disponibile a ricevere segnalazioni relative alla presenza di fauna selvatica al numero verde 800350035. «La presenza dell’orso, al pari di quella del lupo, ormai stabilmente insediatosi nelle Orobie, non deve condizionare la nostra possibilità di frequentare la montagna e apprezzarne l’elevato grado di biodiversità – si legge nella nota di Via Tasso – sempre nel rispetto delle normali regole di convivenza tra uomo e mondo selvatico».
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