Alberi monumentali, due nuovi ingressi: entrano i tre faggi e l’abete di Vilminore

DA PRESERVARE. Le imponenti piante di Fuipiano e l’esemplare scalvino si aggiungono ai 34 alberi orobici censiti fino al 2022. Per la Regione sono da proteggere e valorizzare.

I tre faggi di Fuipiano Valle Imagna e un abete del Caucaso a Vilminore di Scalve. Sono questi i nuovi alberi monumentali riconosciuti da Regione Lombardia per il territorio della provincia di Bergamo: si aggiungono ai 34 alberi orobici censiti fino allo scorso anno e completano l’elenco delle 367 piante lombarde (al netto delle due eliminate lo scorso anno e delle 67 appena individuate) che il Pirellone intende proteggere e valorizzare «per il loro portamento» e perché, come è indicato nella legge che le riconosce come bene ambientale da tutelare, «possono destare un particolare interesse o suscitare, persino, meraviglia» in chi le osserva.

Alcuni possono avere dimensioni inusuali (l’abete bianco di Roncobello è alto 50 metri), altri possono essere stati forgiati dagli agenti atmosferici (soprattutto vento e fulmini) che hanno conferito loro un aspetto peculiare, altri ancora, infine, possono segnare in maniera molto evidente il paesaggio nel quale vegetano.

È il caso dei faggi di Fuipiano che danno il nome alla località in cui sono cresciuti: «Si trovano a circa 1.300 metri di quota – spiega il sindaco Luigi Elèna – in un punto panoramico da cui è possibile osservare tutta la Valle Imagna e, nelle giornate di aria tersa, lo sguardo può arrivare fino alla città. Lì vicino gli alpini hanno costruito una piccola santella votiva dedicata alla Madonna, con una sua piccola statua. Attorno, ci sono le colonne di pietra che alcuni chiamano la Stonehenge di Fuipiano. Sapevamo che i tre faggi erano stati candidati al riconoscimento come alberi monumentali e la nostra amministrazione ha avallato la richiesta: siamo contenti che la Regione ne abbia tenuto conto».

In Valle di Scalve

A Vilminore di Scalve l’abete del Caucaso si aggiunge all’acero montano di Schilpario e all’abete bianco di Azzone: «Tre alberi che valorizzano l’immenso patrimonio di boschi e foreste di cui la Valle di Scalve è ricca – ricorda il sindaco di Vilminore Pietro Orrù – e che per secoli ha retto l’economia dei nostri territori. Il riconoscimento di Regione Lombardia fa comunque piacere e rinsalda il legame con la nostra storia aprendo nuove prospettive di sviluppo legate al turismo in montagna, alla conoscenza dell’ambiente e al rispetto del contesto naturale che ci circonda». Manca solo Colere per completare il quadro scalvino, dove il territorio della Comunità montana si estende per 140 chilometri quadrati di superficie e il 42% è coperto da boschi (senza contare il 25% dei terreni coperti da «altra vegetazione» dal 15% dei pascoli).

Non bisogna però pensare che gli alberi monumentali siano appannaggio dei piccoli borghi di montagna come Fuipiano e Vilminore, anzi: i comuni bergamaschi con il maggior numero di piante riconosciute dalla regione e inserite in un elenco del ministero dell’Agricoltura sono Seriate (nove alberi), Bergamo (sei) e Zanica (tre). Crescendo nei parchi pubblici o nei giardini di ville private, non subiscono la concorrenza naturale delle altre piante e possono crescere sfruttando tutte le risorse del terreno oltre che essere seguite, curate e potate in maniera mirata. Gli altri comuni orobici (in tutto 18) presenti nell’elenco degli alberi monumentali sono Albano Sant’Alessandro, Cassiglio, Cisano Bergamasco, Clusone, Fara d’Adda, Gorlago, Lovere, Oltressenda Alta, Pedrengo, Torre Boldone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA