Almenno San Salvatore, si è spento a 43 anni lo chef del «Palanca»

LUTTO. Federico Roncelli è stato colpito da un malore. Fu adottato dai titolari dello storico ristorante a 12 giorni di vita. Avrebbe dovuto proseguire l’attività dei genitori.

Un malore improvviso s’è portato via l’altra notte Federico Roncelli, 43 anni, cuoco dello storico ristorante Palanca di Almenno San Salvatore. Profondo il cordoglio nella comunità, per una famiglia conosciutissima e apprezzata da quattro generazioni per la sua attività nella ristorazione.

Una vita, quella di Federico, dedicata proprio al lavoro e al ristorante dei suoi genitori adottivi, papà Giuseppe e mamma Giuseppina Riccardi. Federico aveva solo 12 giorni quando, nato a Cremona, era infatti stato adottato dai coniugi Roncelli. Con loro era cresciuto e all’istituto Alberghiero di San Pellegrino aveva imparato il mestiere di cuoco. Quindi i primi lavori in alcuni ristoranti, fino alla decisione di prendere le redini dell’attività di famiglia, il ristorante Palanca di via Dogana ad Almenno San Salvatore, nei pressi della strada provinciale.

«Il lavoro, la cucina, la famiglia - dice mamma Giuseppina - erano tutta la sua vita. Da ragazzo si era appassionato al basket, era poi tifoso della Cremonese e spesso tornava nella città che lo aveva visto nascere». Adottato dopo pochi giorni di vita. «Ma lui non ha mai voluto conoscere i genitori biologici - continua mamma Giuseppina -. Noi eravamo la sua famiglia, lui il nostro unico figlio».

Papà Giuseppe ha 80 anni, Giuseppina 74. «Ormai era giunto il momento del passaggio di consegne al ristorante - raccontano - Federico era deciso, ci teneva tanto. Aveva iniziato nel ristorante di famiglia quando era un ragazzo, aveva 20 anni». Dopo l’anno del Covid era però stato colpito dalla sindrome di Guillain-Barré: l’ospedalizzazione al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, la riabilitazione alla clinica Quarenghi di San Pellegrino e il periodo in carrozzella.

«Ma dalla malattia - ricorda ancora la mamma - era poco alla volta uscito. Aveva ripreso anche a lavorare. Non riusciva a fare ancora tutto, si faceva aiutare. Ma era a buon punto. Anche questa estate non aveva voluto andare in vacanza per cercare di recuperare al meglio».

Il malore mercoledì sera, la corsa in ospedale

Nulla lasciava presagire quanto successo nella notte tra mercoledì e ieri. «In serata - racconta una cugina - ha iniziato ad accusare un po’ di malessere, gli mancava il respiro. Così con l’ambulanza è stato portato al Policlinico di Ponte San Pietro. Qui, proprio mentre parlava ai medici del suo lavoro al ristorante, ha avuto un malore improvviso. È morto per un infarto, verso l’una e mezza».

La camera ardente è stata allestita nella casa di via Dogana, dove si trova anche il ristorante. Sulla salma di Federico la maglia della «sua» cremonese. Tanti gli amici e i conoscenti della famiglia che in queste ore hanno espresso vicinanza a Giuseppe e Giuseppina per la perdita del figlio. I funerali saranno celebrati domenica alle 15, nella parrocchiale di Almenno.

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