A dieci mesi dalla frana di Ardesio via Monte Secco richiude per lavori

L’INTERVENTO. Per due giorni divieto di transito per la posa di new jersey in calcestruzzo. Il sindaco Caccia: «Ne beneficeranno residenti e viabilità». Sette persone ancora sfollate.

La strada comunale che conduce alle frazioni di Staletti, Cerete e Pizzoli era rimbalzata agli onori della cronaca per l’incidente dello scorso 5 aprile, causato dallo scoppio del canale Enel. Anche via Monte Secco è stata interessata dalla colata di fango e detriti che travolse le abitazioni e coinvolse anche la sottostante strada provinciale 49. Ed ora, a dieci mesi dalla frana, la strada verrà nuovamente chiusa, non più per le macerie ma per i lavori in programma l’8 e il 9 febbraio: in via Monte Secco saranno infatti posati new jersey in calcestruzzo lungo la via per garantire una maggiore sicurezza. La chiusura è prevista dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 17, con possibilità di transito in caso di emergenza. Verranno così sostituiti i new jersey posati in maniera provvisoria nei giorni successivi all’incidente. «Al termine delle operazioni, che dovrebbero concludersi in due giorni, avremo new jersey in calcestruzzo posati correttamente e certificati – spiega il sindaco Yvan Caccia –. Ne beneficiano certamente gli abitanti della zona, ma anche la sottostante viabilità».

Sfollati

A distanza di oltre dieci mesi dall’accaduto, non si è mosso molto per le due famiglie residenti in via Alpini, per un totale di sette persone: da quella tragica mattina, quando fuggirono in pigiama per mettersi in salvo, non hanno ancora potuto far ritorno nelle proprie abitazioni. Sul caso, nei mesi scorsi, la Procura di Bergamo, nella figura del pm Letizia Ruggeri, aveva chiesto l’archiviazione del procedimento penale. Le famiglie coinvolte però non ci stanno e tramite i propri legali hanno presentato richiesta di opposizione ritenendo prematura la richiesta di archiviazione. Il prossimo 19 marzo si tornerà così in aula.

Approfondisci l'argomento sull’edizione de L'Eco di Bergamo dell’8 febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA