Addio siccità sulle Orobie: i laghetti tornano a respirare

IN MONTAGNA. Lo Spigorèl a Valbondione lo scorso anno era in secca, quest’estate è rinato.Così come gli altri laghi.

Dopo i nubifragi dei giorni scorsi, oltre a fiumi e torrenti anche i laghetti delle Orobie hanno ripreso vigore. Lo Spigorèl, in alta Val Sedornia a Valbondione, non fa eccezione e il desolante panorama che appariva la scorsa estate agli occhi degli escursionisti resta solo un lontano ricordo.

Proprio a causa della totale assenza di precipitazioni durante i mesi primaverili ed estivi si arrivò alla sua completa scomparsa e se ne poteva intuire l’originaria posizione solo osservando la piccola pozzanghera intorpidita rimasta sul suo lato est oppure il pietrame di fondo spoglio di qualsiasi copertura vegetale.

Questo caratteristico specchio d’acqua, vista la natura calcarea del terreno sul quale si è formato, manca infatti di torrenti immissari superficiali e deve quindi il suo «stato di salute» esclusivamente all’intensità e frequenza con cui si manifestano i fenomeni meteorologici.

Vista la carenza delle precipitazioni registrata all’inizio di quest’anno tutto portava ad ipotizzare che la situazione climatica attuale sarebbe stata del tutto analoga. Ma l’arrivo delle piogge ha cambiato tutto. Lo Spigorèl ha ripreso vigore raggiungendo il suo massimo livello di invaso nel mese di marzo (evento che non avveniva da quasi due anni) nonché a maggio. Il mese di giugno non era tuttavia stato altrettanto benevolo dal punto di vista delle precipitazioni, carenza che si è palesata con un calo di almeno due metri (l’altezza massima è di circa 5); ma i frequenti nubifragi degli ultimi giorni hanno contribuito a riportarlo nelle sue condizioni migliori. Il laghetto si trova in alta Val Sedornia a 1821 metri di quota ed è raggiungibile sia da Gandellino che da Lizzola.

Uno spunto di confronto viene poi fornito anche da Francesco Tagliaferri, gestore dell’omonimo rifugio a Schilpario: «In circa un’oretta e mezza di cammino è possibile raggiungere i laghetti del Venerocolo. La loro profondità è di una decina di metri e quest’anno li ho sempre visti pieni, tanto da tracimare l’acqua in eccesso. Lo scorso anno, invece, il loro livello raggiungeva a fatica la metà sebbene le sorgenti che li alimentano non siano mai andate incontro a condizioni di prosciugamento totale».

«Le condizioni di invaso del vicino Lago naturale – fa infine sapere Mario Fornoni dal rifugio Barbellino sopra Valbondione – sono molto diverse rispetto allo scorso anno. In quella circostanza le difficoltà di approvvigionamento idrico non permettevano il corretto funzionamento delle turbina idroelettrica e siamo stati costretti ad utilizzare il generatore con notevoli disagi logistici, come ad esempio scendere in paese a recuperare la benzina per mantenerlo operativo».

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