Al market bolletta choc: 15mila euro al mese. Si valuta la chiusura a Gandino

Il caso. Costi triplicati al Migross: cifre insostenibili. Il titolare s’arrende a 82 anni: «Spiace per i 5 dipendenti. Mi batterò perché il paese mantenga un suo negozio».

Come mai tanti scaffali vuoti?» chiede una cliente intenta a imborsare la spesa. «Signora, tra un paio di settimane chiudiamo» risponde la cassiera del Migross Market di Gandino. «E non riaprirà? Non si sa nulla?» domanda un’altra cliente. «È tutto incerto» è la risposta desolante. In questi giorni il destino dell’attività è appeso a un filo, ma la speranza di salvarla ancora c’è. La chiusura dell’unico supermercato del paese, in via del Negro, comporterebbe il venir meno di un servizio utile soprattutto per gli anziani e per chi non ha la possibilità di raggiungere con l’auto i grandi supermercati di Leffe o Casnigo per fare la spesa.

La causa è sempre quella: il caro bollette, a dispetto dell’età avanzata del titolare, 82 anni, che potrebbe indurre a pensare in un normale ritiro dal bancone. Invece Mario Paladini, titolare del market gandinese, si dà ancora da fare, in prima persona. «Potevo andare in pensione molti anni fa e non l’ho fatto – spiega –, potevo accontentarmi dei prodotti delle grandi marche e non l’ho fatto», ha preferito continuare a svegliarsi alle cinque del mattino e sparire tutto il giorno nello scantinato sotto il banco della macelleria, per preparare alla vendita le carni e i formaggi della valle. Tutto per passione, per migliorare la qualità del servizio.

Costi triplicati

Ma ora le cose sono cambiate. «Negli ultimi tre mesi – sottolinea Paladini – il costo energetico è triplicato, arrivando a toccare e superare i 15mila euro al mese, mentre in precedenza si aggirava intorno ai 5mila euro. Mi dispiace sacrificare il lavoro di 5 dipendenti e so bene che ormai il nostro è un servizio utile per il paese, ma sono cifre insostenibili ed entro fine mese sarò costretto a chiudere».

Mario dopo aver lavorato a Cirano ha dedicato vent’anni all’attività di quello che prima si chiamava «FrescoMio» e che poi è entrato nel Gruppo Migross. La sua filosofia è sempre stata quella di dare il servizio di un supermercato ma con la genuinità del negozio di vicinato. Il suo market porta il distintivo della grande distribuzione organizzata, ma ha sempre valorizzato i prodotti locali.

«Non sono più anni d’oro – continua il titolare –, anche in seguito all’insediamento delle grandi catene, ma la nostra clientela ce la teniamo stretta e facciamo comunque buoni numeri». Proprio l’affetto verso clienti e impiegati ha attivato Mario alla ricerca di una soluzione: «Sto trattando con due persone interessate a rilevare l’attività, una di loro lavora per Conad. Mi batterò affinché Gandino mantenga un proprio supermercato, dove lavorano persone che hanno voglia».

Salvo riduzioni delle bollette nei prossimi giorni, il cammino professionale di Mario Paladini terminerà. Forse con rammarico, ma anche con la soddisfazione di aver portato avanti una filosofia commerciale precisa. Che è impressa di fronte all’entrata del suo market, nelle terzine dantesche che incorniciano il murale di Ivano Parolini che ritrae le sofferenze infernali dei peccatori di gola: «Grandine grossa e acqua tinta e neve per l’aer tenebroso si riversa; pure la terra che questo riceve. Cerbero fiera crudele e diversa, con tre gole caninamente latra sopra la gente che quivi è sommersa». «È paradossale che un supermercato ammonisca i suoi clienti sul peccato di gola – conclude Mario –, ma è un’idea giocosa che ricorda loro di fare la spesa in modo razionale».

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